Attore, cantante, ballerino e regista, Antonello Costa continua a divertire il pubblico con i suoi esilaranti spettacoli di Felicia Caggianelli
E’ uno dei comici italiani dalla mimica facciale più convincente. Canta, balla, recita, improvvisa, regala momenti di grande ilarità al pubblico. Senza mai dimenticare di inserire nei propri spettacoli degli spunti di riflessione sulla società contemporanea. Comico, attore, cantante e regista, Antonello Costa ha collezionato importanti esperienze televisive e cinematografiche, ma la sua passione rimane il teatro dove ogni show è l’occasione propizia per ridere a crepapelle con gag mai sopra le righe, lontane anni luce dalla concezione che solo le volgarità divertano il pubblico. Lo abbiamo incontrato al teatro Traiano di Civitavecchia dove la sua commedia “C Factor” ha donato momenti di enorme allegria alla platea. E dove ha dimostrato ancora una volta la sua duttilità artistica.
Perché “C Factor” come titolo dello spettacolo?
“Raccontiamo – dice Antonello Costa – la storia di un programma televisivo di provini aperti ad artisti che vogliano cimentarsi nei tanti talent show della televisione italiana. Interpreto un aspirante attore, ballerino e cantante che prova a destare l’attenzione dei produttori senza riuscirci. Poi, alla fine, grazie al C Factor, riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo. Sono due ore di risate e riflessione sulla realtà dei talent show. Trampolini televisivi che promettono un grande futuro ma che spesso offrono l’immagine di una realtà molto complicata. Purtroppo ci sono persone che lucrano sui provini, illudendo i giovani che aspirano a diventare artisti. D’altronde, è anche vero che concedono la possibilità ai ragazzi di mettersi in luce, anche se trovare oggi i nuovi Celentano, Morandi e Baglioni è un’impresa difficile. Il pubblico dei giovanissimi ascolta musica usa e getta, ci sono artisti che non durano più di un paio di anni, la macchina dei talent è sempre affamata di volti nuovi la lanciare nel mercato. Il fatto che escano prodotti discografici che durano poco non interessa”.
Per non affogare in poco tempo quanto è importante studiare per un artista?
“Lo studio è fondamentale per rimanere a galla e rinnovarsi. Purtroppo nel mondo dello spettacolo si improvvisa troppo, un po’ come nella nostra società dove in troppi pensano di saper fare tutto. C’è gente che frequenta un corso di recitazione per tre mesi e poi apre la sua scuola, improvvisandosi docente. Ma cosa puoi insegnare veramente ai giovani? Il problema enorme è la mancanza di professionalità, a tutti i livelli. Tanto per fare un esempio, nel mio spettacolo portiamo tutto noi in teatro, dalle luci ai costumi. Facciamo anche distribuzione e produzione. E non è un lavoro facile visto che solo quest’anno metteremo in scena 98 repliche”.
Da piccolo sognava di fare l’attore o l’astronauta?
“Da bambino a 4 anni già recitavano e ballavo. Ovviamente in modo ingenuo come può fare un bimbo. Volevo fare l’attore, ma quello serio ed impegnato. Nel 1984, a soli 14 anni, ero già in una compagnia teatrale amatoriale, ho debuttato a 16 anni e subito mi dissero che ero portato per la comicità. All’inizio ci rimasti male, poi ho capito che il teatro era la mia strada. La televisione è divertente ma ti ingabbia nel tempo e nella ristrettezza degli spazi in cui ti puoi esprimere. Il cinema ha gli stessi vincoli temporali. Amo il teatro, adoro il rapporto col pubblico che ogni sera ride in modo diverso. Non so il motivo, ma vi assicuro che la stessa battuta ha un riscontro geografico differente da nord a sud. Se avrò la possibilità, reciterò fino a 90 anni”.
Progetti futuri?
“Ora siamo in tour con C Factor, ma sto già lavorando allo spettacolo nuovo Tutti in crociera che sarà in scena da aprile al teatro Manzoni di Roma. E’ inoltre in programma uno spettacolo di tre anni al teatro Olimpico dal 2020”.
Un consiglio ai ragazzi che vogliono diventare attori?
“Senza passione non iniziate nemmeno. Se amate la comodità non iniziate. E’ da mettere in cantiere che arriveranno delusioni e porte in faccia, ma quando c’è il talento alla fine si ottengono risultati. E poi l’emozione di quando si alza sipario permette che passi tutto e prevalga l’emozione che provo ogni sera quando salgo sul palcoscenico. Ma occorre studiare sempre, non si finisce mai di imparare”.