SEMEIOTICA E CLINICA DEL DIABETE MELLITO TIPO 2

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diabete

Il diabete mellito è una malattia metabolica complessa.

vaccini
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Può essere dovuta ad insufficiente secrezione di insulina da parte del pancreas, a resistenza all’azione dell’insulina, oppure di entrambe, con conseguente elevata concentrazione della glicemia (glucosio ematico).
Quali sono i criteri per la diagnosi di diabete mellito?
Secondo l’American Diabetes Association (ADA) e la WHO (Organizzazione Mondiale della Salute) è bene, ancor prima che vi sono i sintomi tipici della malattia, controllare la glicemia a digiuno (riscontro in almeno due misurazioni dei valori glicemici uguali o superiori a 126 mg/dl) oppure di una glicemia >200 mg/dl in qualunque momento della giornata, oppure ancora due ore dopo un carico di glucosio.

La forma più comune è il diabete mellito di tipo 2 (90 – 95%). Nella stragrande maggioranza dei casi si sviluppa nei soggetti da 40 – 50 anni in su, specie in quelli obesi o in sovrappeso. Altrettanto frequentemente si riscontra per la prima volta, nei soggetti più anziani (over 70) perché, a seguito dell’invecchiamento, vi è un aumento dei livelli d’insulina resistenza. In tutti i casi, con il passare degli anni, si verifica un progressivo deficit della produzione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche.

E’ basilare per il medico di base avere un contatto non sporadico con il paziente diabetico. Non basta lasciarlo solo nelle mani dello specialista diabetologo. La conoscenza di tutti gli aspetti della vita del paziente è necessaria per gestirlo nel modo migliore. Le abitudini alimentari in soggetti obesi o in sovrappeso vanno corrette cosi come l’attività fisica, evitando sforzi eccessivi e prolungati (attività anaerobica), va sempre incoraggiata perché migliora il controllo glicemico con conseguente aumento della sensibilità, all’insulina.

“Questo ormone, permette di utilizzare correttamente il glucosio per non solo i processi energetici all’interno delle cellule ma anche di regolare il metabolismo lipidico e proteico”.(Gugliucci . Dal sintomo alla terapia medica 2021). Tutto ciò è indispensabile al fine di evitare le disastrose conseguenze polidistrettuali a carico dell’organismo: oftalmologiche renali, cardiovascolari, neurologiche, gastrointestinali, genitourinarie, cutanee.

Non dobbiamo arrivare a constatare i sintomi più comuni della malattia (poliuria, polidipsia, calo ponderale, debolezza, deficit visivo, scarsa tendenza alla guarigione delle ferite) è indispensabile agire prima collaborando con il soggetto diabetico sia nello stile dei vita che nel trattamento farmacologico. Il medico di base oltre a motivare il paziente deve eseguire un esame obiettivo ben finalizzato.

L’esame del piede, dell’occhio, dei reni, delle grandi arterie (carotidi e femorali) è necessario, anzi indispensabile . Un piede freddo, senza polso o appena percettibile, anche senza lesioni cutanee necessita un approfondimento angiologico con ecocolordoppler degli arti inferiori. Anche aree di arrossamento, piccole ulcerazioni, deformità ungueali, verruche, calli, eccessiva umidità oppure secchezza del piede devono insospettirsi. Purtroppo l’area pedidea viene spesso trascurata.

Altrettanto importante è l’esame dell’occhio . Un esame oculare anche a pupilla non dilatata spesso può rivelarci lesioni macroscopiche come per esempio la cataratta e la retinopatia avanzata. E’ necessaria però una visita dello specialista oculista per valutare il danno oculare (retinopatia diabetica non proliferativa o proliferativa) .

Altrettanto basilare è l’esame dei reni con il controllo della creatininemia clearance (urine h 24) nei soggetti con iperazotemia e soprattutto ipercreatininemia basale. Occorre bere molta acqua e non sovraccaricare i reni con cibi iperproteici (carni, latte, uova etc). La disidratazione può aumentare i livelli sferici di creatininemia secondaria ad una insufficienza presenile. Poiché essa sembra verificarsi più frequentemente nella stagione calda, quando si suda di più, Semour R. Levin (Metabolici Center. Los Angeles) definisce l’aumento della creatinina la “Sindrome dell’estate”.

Trattandosi il diabete mellito, come detto, di una malattia polidistrettuale è utile dialogare non solo con il diabetologo ma anche, a seconda dei sintomi, con altri specialisti: oculista, neurologo, dermatologo, neurologo (per es. polineuropatie simmetriche distali), cardiologo (coronaropatie, vasculopatia periferica et), andrologo (disfunzione erettile) “Totum corpus diabeticum est.”