A scuola di teatro con Kaspar Capparoni

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A Ladispoli i corsi di recitazione tenuti dall’attore per scoprire il talento artistico di grandi e bambinidi Felicia Caggianelli

Quando esordisci a teatro a soli 18 anni sotto la guida di un nume come Giuseppe Patroni Griffi significa che hai la recitazione nel sangue. E quando, da giovanissimo, sei chiamato da registi come Dario Argento, Alberto Bevilacqua e Carlo Vanzina vuol dire che nella vita non potevi che fare l’attore. Kaspar Capparoni è un attore completo, capace di passare con disinvoltura dai film impegnati alle fiction di successo, da programmi di intrattenimento come Ballando con le stelle che ha vinto nel 2011 in coppia con Yulia Musikhina, alle impegnative opere teatrali. Un artista molto legato al nostro territorio come confermato dal fatto che da anni vive a Cerveteri, rispondendo sempre alle richieste di presenziare e partecipare ad iniziative di valore sociale, umanitario ed animalista. E proprio per il nostro territorio Kaspar Capparoni ha deciso di avviare una iniziativa culturale aperta a tutti, rilanciando il messaggio che il teatro può essere la strada professionale per chi ha talento. Ed anche una passione da scoprire per coloro che vedono la recitazione come un pianeta lontano ed irraggiungibile. Capparoni è infatti il direttore della Scuola di Teatro aperta a Ladispoli presso il dipartimento della Profession Dance, dove si svolgono corsi di recitazione, dizione, fonetica, movimento scenico, improvvisazione, stunt, canto, scherma. Corsi per adulti e bambini che vedono l’attore vestire i panni del docente e del consigliere per chi vuole mettersi alla prova su un palcoscenico amatoriale. Abbiamo avuto il piacere di ospitare Capparoni, accompagnato dall’amico ed attore Tony Scarf, nella nostra redazione dove ci ha spiegato le motivazioni di questa scelta che ha regalato al nostro comprensorio un indubbio salto di qualità nel campo dell’arte e della cultura. Salto che, peraltro, speriamo le autorità locali sappiano apprezzare.

Come nasce l’idea di questa Scuola di recitazione?

“Vivo a Cerveteri, conosco a fondo Ladispoli. Località di una provincia in fermento dove ci sono delle potenzialit non valorizzate. Roma è in agonia, una città fantastica che potrebbe vivere di turismo è abbandonata a se stessa. Anche il mondo dell’arte e della cultura è massacrato da questa situazione. Ho scelto Ladispoli perchè è facilmente raggiungibile con il treno, non a caso le lezioni si svolgeranno in locali vicini alla stazione ferroviaria. Portiamo una idea nuova in una città affamata di cultura, come conferma la recente apertura di un auditorium e teatro. Ho uno scopo unico, ovvero  far innamorare la gente del teatro. Sono entusiasta di questa esperienza, accanto a me ci saranno tanti professionisti.  Nel dettaglio si tratta di una scuola i cui corsi si svilupperanno in due anni, con gruppi di perfezionamento professionale. Il secondo anno ci saranno delle specializzazioni, con l’aggiunta dell’elemento audiovisivo. Lo scopo è quello di accompagnare gli allevi in un percorso personale, ma non solo per fare teatro, ma per imparare come ci si pone davanti agli altri, come muoversi e comunicare. Poi chi vuole ne farà anche una passione o professione”.

Cosa risponde a chi ha etichettato la scuola come l’ennesimo talent?

“E’ una sciocchezza. Qui non si tratta di talent o altro. Si fa un percorso, si impara a cantare e a recitare. Chi vuole fare il mestiere di attore deve fare gavetta e lavorare molto. L’arte è una cosa seria, è un mestiere da maratoneta non da centometrista, e io voglio donare agli altri la mia esperienza. Invito i cittadini, anche per semplice curiosità, ad assistere a qualche lezione. Scopriranno come si può giocare a fare teatro. Il percorso  ha lo scopo di stimolare le varie forme di apprendimento e permette  agli allievi di acquisire duttilità intellettiva e consapevolezza della propria potenzialità espressiva corporea e vocale”.

Che accoglienza si aspetta ora che la Scuola sta entrando nel vivo dell’attività?

“Dai cittadini mi attendo interesse e curiosità. E spero trovino il coraggio e la voglia di mettersi im gioco. Dalle autorità mi aspetto ancora un segnale forte e chiaro, sono un attore di fama, mi metto a disposizione della città, spero che il messaggio possa essere adeguatamente raccolto dal comune. Il 26 gennaio, nella sala consiliare di Ladispoli, incontreremo gli alunni delle scuole per presentare adeguatamente il progetto”.

Capparoni fortemente animalista, appassionato di cani e amato dal grande pubblico per essere stato il protagonista della serie tv Il commissario Rex, accanto ad uno splendido esemplare di pastore tedesco. Come nasce questo amore per i nostri amici a quattro zampe?

“Noi uomini siamo impastati con tante sovrastrutture, ci reputiamo più intelligenti ma in realtà siamo solo più complicati e quando si tratta di avere un certo tipo di rapporto ci troviamo in difficoltà, soprattutto con i nostri simili. Mentre con gli animali, che sono molto più semplici a rapportarsi, ci sentiamo più sicuri e meno vulnerabili. Gli animali sono più diretti, più sinceri e meno complicati rispetto agli esseri umani. Gii animali vanno amati e rispettati, da anni mi batto contro il randagismo, un malcostume che in Europa esiste solamente in Italia. E questo la dice lunga sul nostro spessore. Gandhi diceva che la civiltà di un popolo, di una nazione, si misura dal modo in cui tratta gli animali”.

E’ vero che lei ha una pessima opinione del cinema italiano attuale?

“Diciamo che non la penso bene e la vedo male per il futuro. E’ palese come manchino linfa vitale, testi e attori. Spesso si campa di repertorio, si attinge a quello inglese e francese, ma non dobbiamo perdere la nostra eredità che è importante. Non c’è mercato di cinema in questo momento da noi, ci siamo persi tante cose, anche l’originalità, lo spessore del passato, grandi attori e produttori. Bisognerebbe investire per tornare a fare qualcosa di grande qualità. Ma si preferisce il banale, lo scontato, la pellicola mordi e fuggi. Che sovente ottiene solo flop al botteghino”.

Progetti futuri?

“Ci sono tanti progetti in pentola, ho delle proposte interessanti, tra cui la partecipazione ad una serie televisiva internazionale molto importante. Sto leggendo dei copioni, posso scegliere in quale avventura professionale cimentarmi. Riguardo al teatro il discorso è differente. Devo trovare qualcuno che mi faccia venire la voglia di fare questo grande sacrificio, oltre ad essere una grande passione.

Il teatro vive attraverso gli autori che oggi mancano: senza gli autori il teatro è morto.

Oggi esiste il teatro di repertorio, ma solo quello e secondo me non basta un palcoscenico, dei bravi attori per fare teatro.

Il teatro è vita, è un’esplosione di energie, di talenti, di invenzioni e di tante altre cose e quando manca questo.  vogliono le anime che lo muovono, gli autori”.