SCUOLA, DOCENTI NELLA MORSA DELL’ALGORITMO E DELLA TRANSIZIONE DIGITALE

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CIVITAVECCHIA, INSEGNATE PRECARIA E VINCITRICE DI CONCORSO, COSTRETTA A CEDERE IL POSTO ALLA COLLEGA POSIZIONATA AL 764°.

di Maurizio Martucci

La transizione digitale continua a mietere vittime. Soprattutto nel mondo dell’istruzione. Dopo l’inquietante dossier del Senato sui danni agli alunni della scuola digitale, l’imposizione del Green Pass e lo studente universitario respinto alla mensa per mancanza di QRCode, da Civitavecchia (Roma) arriva adesso la storia di una docente precaria, vincitrice di concorso pubblico, scavalcata dall’algoritmo e costretta a “cedere il posto lasciando la classe che le era stata nel frattempo assegnata, con evidente disagio degli alunni. nel sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito si possa leggere come “le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) hanno una validità biennale e consistono in due fasce di appartenenza.

Il sistema è completamente digitalizzato per consentire un’assegnazione delle cattedre più rapida ed efficiente.“ Parliamo di reclutamento docenti, una categoria, quella degli insegnanti, che porta il peso di enormi responsabilità rispetto dalla deriva degli ultimi tempi, ma è anche nota per essere sistematicamente mortificata dall’assoluto disinteresse delle istituzioni a porre rimedio al precariato oramai strutturale.

Senza entrare nei dettagli dell’annosa questione delle graduatorie cui si attinge per far sì che, in una rocambolesca rincorsa, gli studenti abbiano ogni anno qualche decina di figure da identificare come prof. nelle varie discipline, raccontiamo la storia di Alessandra, anni 49 anni, laurea in Sociologia, collaborazioni universitarie alle spalle, dal 2013 nel comparto scuola, collocatasi ai primi posti (fra i vincitori dunque) nel concorso a cattedra 2021 nel Lazio. “Per strani – e immaginabili, per chi appartiene al comparto scuola – motivi non entra subito di ruolo”, ma confida serenamente nel suo trentesimo posto in graduatoria provinciale di prima fascia per ottenere un incarico dignitoso. “Ma c’è l’algoritmo. A lui tocca incrociare punteggio e scelte di sede dei docenti, però, in caso di errore, non torna indietro, non può correggere. Se il ministero torna sui suoi passi per modificare o integrare, lui non può farlo”. E così Alessandra si vede scavalcata da una collega posizionata al 764° posto della graduatoria di seconda fascia, “cui deve anche cedere il posto lasciando la classe che le era stata nel frattempo assegnata, con evidente disagio degli alunni.” Adesso si barcamena fra contratti successivi di dieci giorni ciascuno grazie “all’assegnazione delle cattedre più rapida ed efficiente”.

La storia di Alessandra è emblematica dell’enorme caos che si è creato non appena è stata attivata la gestione algoritimica da parte del ministero. “I precari della scuola conoscono bene l’algoritmo, ma nessuno sa come porre rimedio, serpeggia solo un’inquietante rassegnazione ai soprusi di tecnologia e tecnocrazia sull’uomo”.