SCUOLA 4.0, POLEMICA SUL QUESTIONARIO AI GENITORI DEGLI STUDENTI DEL CENA

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GENITORI:“SERVE A LEGITTIMARE L’ATTACCO AI NOSTRI FIGLI: SUI NATIVI DIGITALI SPERIMENTERANNO ROBOTICA, METAVERSO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE. LA MORTE DELLA SCUOLA TRADIZIONALE. SERVE UN CONFRONTO APERTO COL PRESIDE.”

di Maurizio Martucci

Tra le famiglie degli studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni Cena di Cerveteri sta circolando in questi giorni un questionario qualitativo di valutazione e gradimento sulla Scuola 4.0, ovvero il cambio radicale dell’istruzione nella transizione digitale operata coi fondi europei di Bruxelles (2,1 miliardi di euro per tutte le scuole italiane) contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) “per intervenire sulla valorizzazione della didattica in ambienti di apprendimento innovativi (Next Generation Classrooms).” Si tratta di smantellare il concetto di scuola per finire nell’iperconnessione ed iperdigitalizzazione della formazione, nel 2027 pronosticata persino la sostituzione degli insegnanti con degli avatar nel metaverso.

“La scuola è chiamata ad intervenire con delle azioni di progettualità, per ripensare gli ambienti di apprendimento in modo funzionale al miglioramento della didattica”, si legge nel questionario che chiede ai genitori degli alunni di scuola primaria e secondaria se gradiscono (o meno) una soluzione ibrida per sostituire la presenza fisica in aula con una virtuale in rete (la DAD è stato quindi solo l’inizio di un percorso molto più ampio), se intendono affiancare ai libri di testo (per poi sostituirli?) notebook, tablet e scanner, e infine se gradirebbero che il loro figlio fosse iniziato alla robotica, al 5G dell’Internet delle cose, alla creazione e fruizione di servizi in realtà virtuale e aumentata (visore ottico sulla testa) come all’Intelligenza artificiale.

“Così come posto il questionario è un depistaggio, non si capisce chi l’abbia pensato e commissionato: omette di informare i genitori sui gravi pericoli della Scuola 4.0 e su cosa voglia dire mettere i robot in cattedra”, ribattono alcuni genitori preoccupati per il futuro.

“Serve a legittimare l’attacco ai nostri figli: sui nativi digitali sperimenteranno metaverso e intelligenza artificiale. E’ la morte della scuola tradizionale, a cosa serve l’immagine della Montessori disegnata sulle mura del Cena se si punta al transumanesimo? Serve un confronto aperto.”

Le famiglie pensano ad un incontro col dirigente scolastico Prof. Vincenzo Colucci. L’obiettivo del Piano Scuola 4.0 è implementare e completare la trasformazione digitale della scuola italiana col più grande investimento per la trasformazione digitale mai fatto prima d’ora.
Ma con quali conseguenze per l’istruzione e gli studenti?
E cosa significa Scuola 4.0?

Abbiamo sentito il Prof. Giorgio Matteucci, docente di scuole superiori e autore de “Il Libro nero della scuola. Come le lobby dell’educazione tecnologica e digitale hanno conquistato la scuola, gli studenti e il futuro post-pandemia” (Arianna Editrice).“Qualcuno, venuto dalla Silicon Valley – afferma Matteucci – ha convinto Governi, Ministri dell’istruzione, dirigenti scolastici, insegnanti e mondo della scuola che per formare i nuovi studenti non si può non avere Tablet, LIM, E-book, stare in DAD e usare Byod in classi irradiate dal Wi-Fi, in attesa di Metaverso, aule 5G in visore ottico e realtà aumentata. Questo perché negli ultimi anni, prendendo il posto di pedagogisti e docenti, un nutrito novero di ingegneri e informatici si è travestito da educatori, spogliando la scuola delle sue naturali prerogative e sembianze per rivestirla con abiti nuovi nel nome del progresso tecnologico.

Da qui le domande:

  • A cosa servono i diari scolastici cartacei se abbiamo i registri elettronici?
  • A cosa servono la storia, la filosofia e le scienze umane quando ci sono le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione?
  • A cosa serve il pensiero critico se abbiamo il pensiero computazionale?
  • A cosa servono le aule di mattoni se abbiamo le classi virtuali?
  • A cosa serve allenare l’attenzione se ci sono i videogiochi educativi?”

Sul sito Corey’s Digs la giornalista investigativa Corey Lynn ha poi pubblicato un’inchiesta sul futuro dell’educazione scolastica, svelando come il programma punti direttamente alla creazione di una nuova umanità sottomessa per mezzo di un vero e proprio lavaggio del cervello virtuale e digitale. L’inchiesta, intitolata “Agenda psicologica 2030 – Formazione all’obbedienza per adulti in età prescolare già a livello globale con miliardi di finanziamenti per il pieno controllo”, afferma che nelle scuole digitali la formazione serve all’obbedienza della post-umanità.

Allarmante, infine, il documento approvato nella scorsa legislatura dalla 7^ Commissione permanente (istruzione) del Senato sull’impatto del digitale sugli studenti: “Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscolo- scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminu- zione dell’empatia.

Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica. Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche”.