Scomparsa Maria Fida Moro, primogenita dello statista e leader DC

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Maria Fida Moro

L’annuncio del Presidente Ignazio La Russa in Senato.

di Antonio Calicchio

“E’ morta la ex senatrice Maria Fida Moro, che commemoreremo in altra seduta, ma alla quale vogliamo rivolgere un pensiero deferente e qualche attimo di silenzio”. Sono le parole pronunciate dal Presidente del Senato, nel comunicare, all’assemblea dell’aula di Palazzo Madama, il decesso, all’età di 77 anni, della figlia di Aldo Moro (1916-1978), la quale è vissuta tra impegni politici e civili, attraverso battaglie pubbliche e private.

Personalmente, rivedo, nella memoria, Aldo Moro non coi vestiti rigorosi e scuri da intellettuale meridionale, che sempre indossava, concedendo qualche indulgenza al colore delle cravatte, bensì come veniva mostrato nelle foto scattate dai suoi carcerieri, e cioè la testa inclinata leggermente, la camicia dal collo aperto sulla canottiera, indifeso e smarrito.

Sul professor Aldo Moro non si sa molto; ho avuto uno zio che fu suo studente all’Università “La Sapienza” di Roma, il quale mi riferiva che, scarseggiando l’aneddotica, nessuno dei compagni di partito era entrato in casa sua e che non esisteva un ristorante che lo riconoscesse come cliente; della moglie, negli archivi, si trovava una sola foto, mentre andava ad un pranzo d’obbligo al Quirinale.

Gli amici più intimi garantivano che aveva anche un vivo senso dell’umorismo, spingendosi, perfino, a costruire l’imitazione delle persone che frequentava più spesso. I suoi hobbies erano estremamente ristretti: libri, musica classica, fiori e film.

Una vita, dunque, che non sembrava segnata dal dramma: figlio di una insegnante e un direttore didattico, formazione religiosa, laurea in Legge, a 24 anni docente universitario di Filosofia del Diritto.

I popolari baresi non lo volevano ed egli sembrava deciso ad andare coi socialisti. Era emerso gradatamente: non alzava mai la voce e non tollerava i comportamenti clamorosi. Se, in Parlamento, qualcuno andava in escandescenza, si limitava a rispondere: “Non sia maleducato!”.

Leggeva in lingua tedesca pure i classici, si autodefiniva “prudente”, però era interessato ai comunisti, benché con evidente cautela. Era stato paragonato, per le sue abilità di mediatore, a Giolitti. Aveva coniato termini come “confronto”, “attenzione”, “convergente”.

Ha tentato, sino alla fine, di trattare coi suoi carcerieri, ma invano! Ricordo una frase detta da Enzo Biagi: “Il sangue si secca presto entrando nella storia”. Forse, è così; tuttavia, dal giorno del sequestro di Aldo Moro, la vita italiana non è stata più la stessa, così come quella di Maria Fida e della sua famiglia.

Riposi, quindi, in pace Maria Fida, che, adesso, riabbraccerà il papà, nell’eternità della Luce, perché – come scrisse Aldo Moro – “sarebbe bellissimo”.