Santa Marinella, dallo scandalo alla soluzione

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Il direttivo del Centro Studi Aurhelio:”l’amministrazione Tidei deve andare a casa subito”

Da una settimana a questa parte, di fronte ai virgolettati delle intercettazioni della procura, ogni giorno dai giornali che le pubblicano vengono fuori cose peggiori: parole che descrivono fatti che offendono in modo definitivo la funzione del Sindaco e i luoghi delle istituzioni. E’ l’emersione di un sistema di scambi di favori che coinvolge personaggi, vicende occupazionali, sociali e torbidi episodi relazionali.

Il nostro dispiacere dal punto di vista dei drammi personali che ne seguiranno è profondissimo ma quello che più ci dispiace è che le questioni di gossip, di chiacchiericcio paesano o di conversazioni pepate da bar, stanno prendendo il sopravvento su cose ben più serie. E’ possibile che invece di chiudere la propria carriera qui, per salvare le proprie cariche, si possano far arrostire parenti, mariti, mogli, figli?

E’ tempo di silenziare la macchina del fango che coinvolge i familiari, per preservarli il più possibile dalla ribalta, perché qui la questione pubblica è essenzialmente politica e politicamente va risolta.

Oggi a Santa Marinella si sta consumando qualcosa di terribile, più di quello di cui è stato capace il sindaco. Si sta creando una lacerazione sociale profonda, tra coloro che per necessità, interesse personale e confusione derivante dalla cortina fumogena prodotta dal sindaco con il vittimismo – si sente sottoposto a vendette politiche (sic!), difendono l’indifendibile suo operato e coloro che di fronte a tali fatti chiedono giustizia. Al tempo stesso, non ci esimiamo dallo stigmatizzare con altrettanto vigore, l’uso sconsiderato delle intercettazioni, aspetto sul quale indiscutibilmente occorrerà fare luce e far pagare chi ha sbagliato.

Cosa altro deve accadere dunque, per far andare a casa una amministrazione? Si assiste ad una assoluzione collettiva da parte della Maggioranza che equivale alla complicità morale ed all’accettazione politica, sociale e culturale dell’uso di una carica e di un luogo istituzionale, in modo a dir poco disinvolto e ambiguo.

Siamo esterrefatti di fronte a come il sindaco, le persone coinvolte, la componente femminile di questa amministrazione, i consiglieri e i delegati non si dimettano e non prendano le distanze da simili comportamenti. Siamo di fronte ad una ecatombe della politica, dei costumi e delle istituzioni, la misura è colma: dimissioni!

Chi confonde il piano politico con vicende di ordine personale, con battute e lazzi, sappia che non avrà mai il nostro sostegno e la nostra solidarietà. Per noi, queste vicende rappresentano una sciagura profonda per la tenuta del tessuto morale di tutti i cittadini e rappresentano un grave nocumento per l’immagine della nostra città; considerazioni squisitamente politiche, tese ad affrontare e realisticamente risolvere lo stallo sociale ed la paralisi emotiva, nella quale questi eventi hanno fatto precipitare una intera comunità.

Il direttivo del Centro Studi Aurhelio