SANTA MARIA MAGGIORE, UNA LUNGA STORIA CHE HA ORIGINI NELL’ ALTO MEDIOEVO

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santa maria maggiore

Il due giugno, la rete televisiva del giornalismo iconoclasta, ha mandato in onda il film di Rossellini Viva l’Italia. 

di Angelo Alfani

Girato nel1960, narra la spedizione dei Mille in chiave neorealista. Parte delle riprese l’amico Rossellini le girò a Cerveteri: nella piazzetta ed all’interno della chiesa antica, trasformata in un improvvisato ospedale.

Tra un via vai di barellieri Garibaldi accarezza soldati nemici sdraiati sul pavimento l’uno accanto all’altro, tra una colonna romana e l’altra.
Il grande portone d’ingresso, le pareti a blocchi di tufo, la luce sbiadita che penetra dall’occhio impolverato, il battistero: fotogrammi che mi erano famigliari avendoci trascorso molto tempo, tra messe, catechismo, confessioni, adunate per le processioni e presepi. Se “la storia, lo studio del passato, è letteralmente un monumento”, la storia architettonica della chiesetta, con le sue sovrapposizioni, riuso di materiali, distruzioni discutibili, ne è emblematico esempio. Le note che seguono la raccontano, utilizzando come fonti la relazione del 1940 del Soprintendente Alberto Terenzio, congiuntamente alla Tesi di laurea dell’architetto Andrea Puntorieri del 2015. Il venti luglio dell’anno XVIII dell’era fascista, il Soprintendente Alberto Terenzio, assai probabilmente su richiesta del Ministro Giuseppe Bottai, in visita alla Banditaccia nella primavera dello stesso anno, invia una dettagliata relazione sulla Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore. Le ragioni di tale attenta disamina erano dettate dalla reiterata necessità di mettere mano ad una struttura malandata, “soprattutto per l’attuale stato di fatiscenza della copertura” ed oramai inadeguata a fronte della crescita della popolazione cervetrana. “Dall’osservazione degli elementi strutturali ed architettonici della Chiesa, appare fuori dubbio poter datare questo edificio al XII secolo.

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Già il Tomassetti (Cerveteri “Notizie storiche”1906) assegnava al 1192 il titolo di riconoscimento del dominio della chiesa di S. Maria Maggiore sul territorio cerense. Data, del resto, confermata dal primo “Liber Censuum” della chiesa Romana, fatto compilare da Onorio III. La costruzione della chiesa ed il riconoscimento dell’antico censo pontificio su Cerveteri, potrebbero essere quindi correlate”.

È doveroso comunque ricordare che nel 499 risulta la presenza di una curia e di un vescovo: Adiodato. L’edificio sorge entro il complesso fortificato che domina la città. “Da saggi compiuti nella parte absidale della Chiesa- scrive ancora Terenzio – sono emerse antiche strutture in parallelepipedi di pietra di tufo, già facenti parte della città fortificata, sulle quali insistono le fondazioni dell’edificio”.

L’archivio Orsini, succeduti come signori di Cerveteri ai Venturini, annovera danni subiti dagli edifici, una prima volta nel 1478, per la rivolta di baroni romani contro Sisto IV, e successivamente, con distruzioni di maggiore entità, durante le guerre di predominio franco-spagnolo. Sempre dall’archivio Orsini ci è dato sapere di una solenne benedizione della Chiesa e del Comune di Cerveteri sotto Paolo III (1464-471). Stando allo studio dell’architetto Puntorieri l’edificio era originariamente ad una sola navata “essendo ben visibili i segni sulla facciata che indicano la sovrapposizione successiva delle due navate laterali in due fasi distinte”. La chiesa, nasce dunque come cappella curense. Le colonne delle navate presentano caratteristiche molto diverse l’una dall’altra e quasi certamente provengono da edifici del medio e tardo impero, elementi di spoglio insomma.

Il pavimento originale di cui rimangono poche tracce, è di stile cosmatesco. Nell’abside centrale si notano gli incavi ove erano i seggi dei religiosi per discutere in tempo di quaresima circa le elemosine dl suolo della comunità. All’inizio della navata di destra vi era un grosso arco, oggi non più visibile, che dava accesso al camposanto, situato sul retro del coro.

Nel 1703 la chiesa appare decentemente restaurata ed è probabilmente in questo secolo, e non prima del 1719, che viene aggiunta una terza porta di accesso alla chiesa, ricavata a fianco della principale. Il soffitto non è più a tetto ma dipinto con effetto marmoresco con al centro lo stemma dei Ruspoli, artefici dell’abbellimento della chiesa.
Nel 1760, con la costruzione del passetto tra il palazzo e la chiesa, la finestra sopra il portale da tonda diviene rettangolare. Ma le trasformazioni maggiori si hanno nel XIX secolo. Nel 1817 si trasformano le finestre; nel 1852 si opera nella facciata e del tundo; nel 1861 il restauro del tetto e del pavimento. Nel 1880 si mette mano al suo restauro generale: si ricostruisce il fonte battesimale, si aprono le finestre e si esegue una nuova camera a canna. Nel 1912 la chiesa appare ancora in forte degrado tanto che ci si lamenta dell’umidità che invade il pavimento e la parte bassa dei muri. Seguirono altri cambiamenti fintanto che la domenica del 28 settembre del 1952, con particolare funzione religiosa officiata dall’Eminentissimo Cardinale Tisserant, si dettero inizio ai lavori per la erigenda chiesa nuova e la ancor meno accettabile canonica. I lavori vennero completati nel marzo del 1957, lasciando la antica chiesa per lo più luogo di visitatori e di romantici fedeli.