Nella notte di ieri si è registrata l’ennesima aggressione nei confronti di un Infermiere in un Pronto Soccorso di Roma. Lo sconcertante episodio si è verificato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Grassi di Ostia e ha visto protagonisti il padre di un bimbo in attesa di essere visitato, il Triagista e la Guardia giurata addetta alla sicurezza- dichiara il Direttivo Roma e Lazio ULS Unione Lavoratori Sanità-.
Il genitore, appena giunto in Ospedale, avrebbe preteso che il figlio fosse immediatamente visitato nonostante la fila di pazienti in coda e, sordo a qualsiasi tipo di ragione, dopo aver dapprima minacciato verbalmente sarebbe passato alle vie di fatto aggredendo fisicamente sia l’Infermiere che la Guardia Giurata in servizio, nonostante la presenza di diversi pazienti in sala d’attesa. A rimetterci più di tutti è stato l’Infermiere con una prognosi di dieci giorni per un forte contusione al gomito dx e altre minori al volto e alla schiena. Solo l’intervento della Polizia intervenuta su chiamata del Medico di Guardia ha potuto sedare gli animi e identificare l’aggressore. Ciò purtroppo ha comportato un’interruzione del servizio con il conseguente rallentamento delle attività per tutti i pazienti – aggiungono dal Sindacato ULS-.
Medici e Infermieri sono stanchi di subire continue aggressioni e minacce durante l’attività prestata in condizioni limite, vista la nota situazione di sofferenza dei Pronto Soccorso dovuta a carenza di posti letto e di personale nella Regione Lazio. La Legge 113/20 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” è del tutto inefficace nel contrastare seriamente questo fenomeno abominevole che si sta diffondendo nella società. Aggredire chi ti può curare non è la soluzione.
La presenza di presidi della Polizia non viene assicurata durante la notte, periodo in cui si verificano spesso eventi del genere. Riteniamo indispensabile a questo punto che intervenga duramente il Governo per mettere fine a questa follia che sta portando alla fuga di Infermieri e Medici dai Pronto Soccorso, i quali non si vedono da tempo tutelati da uno Stato per cui lavorano e per cui cercano, nonostante le evidenti difficoltà, di garantire il diritto alla Salute di tutti – conclude il Direttivo ULS –.