UN MECCANISMO MEDIANTE IL QUALE LE MASCHERINE CONTRIBUISCONO AL TASSO DI MORTALITÀ DEI CASI COVID-19.
di Miriam Alborghetti
Era il 10 marzo 2020 quando Walter Ricciardi, ospite a di Martedì su La7, spiegò che le mascherine chirurgiche «ai sani non servono assolutamente a niente, non danno nessuna protezione nei confronti dei virus che penetrano attraverso quei fogli di garza. È solo una paranoia che la gente utilizza in maniera impropria».
Un volantino del Ministero della Salute diffuso all’inizio della pandemia, dal titolo “Nuovo coronavirus, dieci comportamenti da seguire”, al punto 7 riportava: «Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o se assisti persone malate».
Il 2 marzo 2020 il virologo Roberto Burioni, ospite a Che tempo che fa, alla domanda di Piero Angela sulla reale utilità delle mascherine. Rispondeva «…I virus sono piccolissimi, sono un centesimo delle dimensioni di un globulo rosso e in un millimetro cubo ci sono 4-5 milioni di globuli rossi, quindi passano attraverso qualunque cosa».
Nonostante fosse noto, nonostante gli studi a seguire confermassero l’inutilità del mascheramento di massa, la pezza è stata imposta. Di recente, per giustificare l’ingiustificabile obbligo di mascherina a scuola, lo stesso Ministro Patrizio Bianchi ha dichiarato che le mascherine in classe hanno “un valore educativo”.
Dei numerosi rischi causati dalla mascherina, compreso il danno cognitivo, ne abbiamo parlato in questo settimanale diverse volte citando i tantissimi studi che sono stati pubblicati sull’argomento. Di recente è stato pubblicato uno studio americano che dimostra una associazione statisticamente significativa tra la mortalità da COVID-19 e l’uso obbligatorio delle mascherine, che i cittadini delle contee dove c’era l’obbligo di mascherina hanno avuto maggiori probabilità di morire di COVID-19.
Secondo l’autore questa maggiore mortalità è causata dal fatto che quando una persona “mascherata” si infetta, ha una malattia più grave perché re-inala più volte le goccioline di vapore contenenti gli stessi virus che si stanno riproducendo nel corpo.
Così scrive l’autore: “Lo studio mira a determinare se l’uso obbligatorio della maschera abbia influenzato il tasso di mortalità in Kansas, negli Stati Uniti, tra il 1 agosto e il 15 ottobre 2020. Un’analisi basata su dati a livello di contea ha mostrato che in Kansas, le contee con obbligo di maschera avevano tassi di mortalità significativamente più elevati rispetto alle contee senza obbligo di maschera. Analizzando l’eccesso di mortalità in Kansas, questo studio determina che oltre il 95% di questo effetto può essere attribuito esclusivamente a COVID-19”. E conclude: “Questi risultati suggeriscono che l’uso della maschera potrebbe rappresentare una minaccia per l’utente invece di proteggerlo, rendendo l’obbligo indiscriminato della maschera un intervento epidemiologico discutibile. La causa di questa minaccia costituita dalla mascherina è qui spiegata utilizzando la teoria dell’“effetto Foegen”; cioè, la reinalazione profonda di goccioline ipercondensate o virioni puri catturati nelle maschere facciali, poiché le goccioline possono peggiorare la prognosi e potrebbero essere collegate agli effetti a lungo termine dell’infezione da COVID-19.
Sebbene l ‘”effetto Foegen” sia dimostrato in vivo in un modello animale, sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderlo appieno”.
Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35363218/