Parte II: “amare se stesse ed il proprio corpo in ogni momento della nostra vita, qualunque sia la nostra taglia e il nostro aspetto”.
Il seno è la metafora fisica dell’atto del donare e ricevere. Nell’antichità simboleggiava l’abbondanza e la generosità della natura (…) La nostra cultura ha distorto la metafora del nutrimento affinché le donne si donassero agli altri trascurando se stesse. Le donne donano incessantemente fino all’esaurimento di sé. (Christiane Northrup)
Le emozioni e la nostra capacità di dar loro piena espressione quanto influiscono sulla salute del nostro seno? Quanto incide l’atteggiamento di controllo del dolore e della rabbia, a cui siamo state educate fin da bambine? E quanto uno stile di vita improntato alla cura degli altri, figli, mariti e famiglia, trascurando i propri bisogni ed annullando i propri spazi?
“Non c’è nulla di sbagliato nel prendersi cura degli altri, ma farlo a proprie spese, dimenticandoci di noi stesse, ha sempre un prezzo molto alto e a pagarlo sarà il nostro corpo”. Ad affermarlo è la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente Sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo Fb Medicina Evolutiva Naturopatia e Detox e coautrice di Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi.
PROTESI AL SENO: LA CHIRURGIA NON RISOLVE I PROBLEMI ESISTENZIALI
“La maggior parte delle donne che incontro con cancro al seno nella loro storia di salute, si è sottoposta a intervento e relativa protesi.
Nelle donne con tendenza alle patologie del tessuto connettivo o malattie di natura immunitaria, proprie o familiari, la protesi dà quasi sempre problemi e ritengo che, in linea di massima, dovrebbe essere evitata, occorre valutare bene desideri, rischi e reali possibilità di migliorare la propria vita.
Le donne sanno che lasciarsi ossessionare dal seno è un atteggiamento insano, ma sovente non sono in grado di trovare un’alternativa, non da sole. Il corpo è un campo di battaglia culturale e noi ci siamo assunte il compito impossibile di apparire perfette, aderendo a modelli irreali.
I danni che ho visto, dovuti agli interventi, mi fanno portare istintivamente la mano al seno quando ascolto, come se potessi con un gesto antico, proteggerlo. Lo scollamento del tessuto dalla gabbia toracica, l’eliminazione della sensibilità al capezzolo, importante fonte di piacere, protesi che si induriscono e formano una capsula fibrosa o hanno perdite di materiale, infiammano tutto l’organismo e sono situazioni molto comuni.
Cerco di usare la massima compassione, ma le riflessioni non posso evitarle.
Se le ragioni per cui si vuol assolutamente mettere le protesi sono legate ad avere un aspetto più soddisfacente, probabilmente occorre lavorare molto su di sé per evitare danni, perché la rabbia per la malattia e l’intervento e tutti gli irrisolti anche emozionali che hanno contribuito all’insorgere della patologia, non fanno altro che interagire negativamente con il sistema immunitario e possono alimentare un’autoimmunità presente o slatentizzarla.
Seguire una dieta che potenzia le difese immunitarie, con molto beta-carotene, fitoestrogeni e lignani, un’adeguata integrazione personalizzata e un programma di detossificazione naturale, insieme alla gestione dello stress può aiutare molto a conservare in buono stato le protesi.
La chirurgia non può curare la relazione di una donna col suo corpo, né risolvere i suoi problemi esistenziali.
RISPETTARE NOI STESSE ED IL NOSTRO SENO
Credo che il nostro compito di donne sia imparare a rispettare noi stesse e il nostro corpo in ogni momento della nostra vita, qualunque sia la nostra taglia e il nostro aspetto.
Se indirizziamo attenzione e pensieri di ringraziamento e apprezzamento al seno, da sane o dopo un intervento, aiuteremo il nostro corpo a migliorare e guarire.
Quando vivete eventi che suscitano sdegno, collera, dolore, risentimento, lasciate letteralmente uscire questi eventi dal vostro petto, non imprigionateli nel corpo e ripulitevi fisicamente subito dopo, ci sono tante modalità fisiche ed energetiche utili, anche con l’aromaterapia.
Posate poi una mano sul cuore e sentite amore incondizionato per qualcuno o qualcosa, sentirete come l’energia del cuore sia in grado di espandersi e guarirvi con la sua forza primordiale.
RELAZIONI SODDISFACENTI
Così occorre valutare la qualità delle relazioni che ci soddisfano e quelle che non ci soddisfano tenendo ben presente una cosa: non possiamo cambiare nessuno.
Se una relazione non ci aggrada possiamo cercare di dire le nostre esigenze, ma non c’è proprio alcuna garanzia che saranno ascoltate, soprattutto se non offriamo un cambiamento da parte nostra per quello che probabilmente all’altro non va di noi (se una relazione non funziona, il problema è sempre bilaterale) e se poi abbiamo delle pretese, peggioreremo le cose solamente.
Quindi ok, esprimiamo bisogni e necessità, ma non aspettiamoci nulla. Smettiamo di lamentarci e allontaniamoci da relazioni insalubri anziché sperare che l’altro cambi (e perché dovrebbe?) e costruiamone di fertili per noi.
Nessuno ci deve nulla e siamo i soli responsabili di ciò che proviamo: è solo nostro il potere di affrontare gli irrisolti che ci fanno soffrire.Gli altri c’entrano come i cavoli a merenda.
CHIEDERE AL CORPO COSA VUOLE
Chiedete al vostro corpo che cosa vuole da voi quando soffre e sta male.La risposta è sempre quella giusta. Le donne che affrontano il cancro in questo modo vivono più a lungo, nella gioia: lo dimostra la statistica.Solo voi potete decidere, con l’aiuto della vostra guida interiore, cosa è meglio per voi. Nessun altro”.
a cura di Miriam Alborghetti