Arriva su Rai 3 il docufiction “Romanzo Radicale – Io sono Marco Pannella” questa sera, venerdì 11 novembre 2022 alle 21.25.
Romanzo Radicale la docufiction di Mimmo Calopresti su Marco Pannella interpretata da Andrea Bosca, coprodotta da Rai Fiction e Italian International Film, prodotta da Fulvio e Paola Lucisano con Paola Ferrari. É il racconto dell’avventura politica e umana di uno straordinario uomo del Novecento.
Nel 1959 l’Italia è un Paese dove prevale una mentalità chiusa ai cambiamenti. Non è possibile divorziare. L’aborto è un reato. Il servizio militare un obbligo. Meno di vent’anni dopo, divorzio, aborto, obiezione di coscienza sono diventati diritti irrinunciabili. Marco Pannella riesce a scuotere l’Italia mosso dalla convinzione, semplice e rivoluzionaria, che la politica debba occuparsi della vita delle persone e della loro felicità. E per farsi ascoltare, inventa un nuovo linguaggio della politica fatto di digiuni, arresti, provocazioni.
Sono felice di assumermi la responsabilità di raccontare un uomo che è stato capace di affermarsi in tutta la sua complessità, un individuo che è riuscito, grazie anche alle sue contraddizioni, a diventare società e affermare per tutti noi la società dei diritti. La sua passione per la politica e la vita sarà il racconto che diventerà verità storica con le immagini di repertorio e con le interviste dei personaggi di quel periodo storico, quando il partito radicale vinse la sua battaglia sul divorzio. E la fiction per entrare nell’intimo della vita di un uomo che ha vissuto con passione ogni singolo momento della sua storia. Entrare in azione era l’idea trainante di Marco Pannella, io sto provando con questo metodo a raccontare lui e i suoi compagni radicali. [Mimmo Calopresti]
Mimmo Calopresti – biografia
Il cinema di Mimmo Calopresti è quanto di più si avvicina al cinema verità. Collaboratore dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, nel 1985 vince il primo premio al Festival “Cinemagiovani” di Torino con il video A proposito di sbavature e, dopo aver realizzato diversi documentari e cortometraggi – fra cui Fratelli minori (1987), Ripresi (1987) e Alla Fiat era così (1990) – all’inizio degli anni Novanta comincia la sua collaborazione con la Rai, per la quale realizza Paolo ha un lavoro (1991) e Paco e Francesca(1992). Ma continua ugualmente la sua collaborazione con l’Archivio del Movimento Operaio firmando 1943 – La scelta e ’43-’45 – Pace e libertà. Per vedere sul grande schermo il suo primo lungometraggio dobbiamo aspettare il 1995, quando Mimmo Calopresti firma La seconda volta, pellicola con una delle sue attrici feticcio, Valeria Bruni Tedeschi, con Marina Confalone e con Nanni Moretti. La sceneggiatura si aggiudica il Premio Solinas e la pellicola, che racconta dell’incontro fra una vittima delle BrigateRosse e un ex componente del movimento terroristico, viene presentata a Cannes, nella Sezione Ufficiale. Calopresti nel 1998 approda nelle sale italiane con La parola amore esiste, sempre con Valeria Bruni Tedeschi e Marina Confalone nel cast, affiancate da Fabrizio Bentivoglio e Massimo Sonetti. La storia dell’incontro amoroso fra una ricca donna nevrotica e il silenzioso professore di violoncello, vince il Nastro d’Argento per il Miglior Soggetto Originale. Poi, nel 1999, firma il documentario per la tv Tutto era Fiat, seguito dal film Preferisco il rumore del mare (2000) e da un frammento di Un altro mondo è possibile, del 2001, anno in cui entra a far parte della giuria del Festival di Cannes, mentre l’anno successivo, si presta come attore per Francesca Comencini ne Le parole di mio padre (2002), tratto dal romanzo di Italo Svevo La coscienza di Zeno. Anche ne La felicità non costa niente (2003), Mimmo Calopresti si riscopre attore, oltre che regista, accanto a Vincent Perez, Valeria Bruni Tedeschi, Francesca Neri e la scomparsa Laura Betti. Poi ricambia il favore all’attrice che è stata, per tanti anni, il suo asso nella manica e recita per Valeria Bruni Tedeschi nella sua opera prima come regista, È più facile per un cammello… (2003). Membro della giuria alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2004, nel 2006 firma il suo ultimo documentario Volevo solo vivere, che affronta il tema della Shoah. Ritorna nel 2007 con L’abbuffata, di cui cura il soggetto e la regia. Nel 2015 dirige il dramma Uno per tutti con Giorgio Panariello, Isabella Ferrari, Thomas Trabacchi e Fabrizio Ferracane; la trama segue un ragazzo di buona famiglia che riduce in fin di vita un suo coetaneo; un’azione che riunisce, dopo trent’anni di lontananza, tre persone chiamate a saldare i conti con il proprio passato. Nel 2019 racconta in Aspromonte – La terra degli ultimi con Valeria Bruni Tedeschi le vicissitudini nel 1951 di un paesino arroccato sull’Aspromonte a cui mancano i servizi essenziali: acqua corrente, elettricità, scuola e persino un medico condotto. Il film è stato premiato ai Natri d’argento (Nastro della legalità a Mimmo Calopresti e Valeria Bruni Tedeschi ha ricevuto un Globo d’oro come Migliore attrice. Grande maestro del genere documentaristico, con un’attenzione alla cronaca italiana, Mimmo Calopresti ama raccontare le storie di quei personaggi decadenti, un po’ carichi di rancore, con un’esistenza interessante e vera.