LA PRIMA STRADA ASFALTATA DELLA STORIA
Sicuramente se avesse il dono della parola e la possibilità di raccontare sarebbe difficile farla tacere. La via Appia è la strada più antica di Roma e ha avuto il privilegio di assistere a scene di ogni tipo, sia storiche che relative alla vita quotidiana: dall’Imperatore Augusto che fa visita ai nonni a Velletri, fino all’arrivo in città dell’“Apostolo dei Gentili”, Paolo di Tarso, manche battaglie e molto sangue versato, è impossibile non ricordare il celebre episodio avvenuto nel 71 a.C., quando un gruppo di 6000 schiavi, guidati dal gladiatore trace Spartaco, vennero puniti per il loro moto di ribellione e crocifissi lungo la via Appia Antica, da Roma fino a Pompei.
Unica al mondo nel suo genere, la storica via era fondamentale per i nostri antichi romani: servivada collegamento tra Roma e il Sud, in particolare la città di Brindisi, luogo strategico per il traffico commerciale poiché collegava l’odierna Capitale con l’Oriente. Percorrendo questo viale è come fare un vero e proprio viaggio nel tempo, che sembra non essersi mai arrestato.
Costruita intorno al 312 a.C., su ordine del politico romano Appio Claudio Cieco (350 a.C. – 271 a.C.), si estende da Porta Capena, presso le Terme di Caracalla, seguendo un percorso che passa per Terracina, Fondi, Formia e altre tappe fino ad arrivare al Porto di Brindisi, presso il quale ci aspettano due colonne, che indicano la conclusione della suggestiva via.
Lontana dal caos della confusionaria Metropoli, ancora oggi conserva l’aspetto che aveva nel II secolo a.C., nonché alcuni preziosi resti. Il Censore Cieco ordinò la ristrutturazione di una strada già esistente, facendola pavimentare con delle adeguate lastre, fatte di pietra lavica, che rendevano possibili i trasporti (in entrambe le direzioni grazie alla sua larghezza di 4,10 metri circa) durante ogni condizione climatica; inoltre è la prima volta che su un tragitto compaiono le pietre miliari sul ciglio, utilizzate per scandire le distanze. Nel corso del tempo, la Regina delle vie romane è stata ristrutturata e migliorata per opera di alcuni Imperatori, come Augusto (63 a.C.- 14 d.C.), Vespasiano (9 d.C.-79 d.C.), Traiano (53 d.C.-117 d.C.) ed Adriano (76 d.C.-138 d.C.) e, dopo la caduta dell’Impero Romano (476 d.C.) è stata abbandonata e successivamente ripresa da Papa Pio VI (1717-1799) che diede ordine di restaurarla. In seguito, venne dimenticata di nuovo e riportata alla luce solo nel periodo rinascimentale grazie ad alcuni archeologi che la resero di nuovopercorribile.
Oltre ad essere un’importante meta turistica, per quanto un po’ trascurata sui libri per i viaggiatori, è anche un passaggio obbligatorio per gli innamorati, attratti dalla sua capacità di suscitare profonda commozione e partecipazione. La via Appia Antica sembra adattarsi all’animo e alle passioni di chi la calpesta: accontenta non solo turisti alle prime ore del mattino e al tramonto i romantici con la sua ricca vegetazione fiorita, ma, con il suo ovattato silenzio, anche coloro che sono attratti dal lato occulto e misterioso di Roma. Molte testimonianze ci riportano che lungo il percorso passeggiano gli spiriti dei sepolti in quel luogo: non dimentichiamo che proprio lungo la via sono presenti numerose Catacombe romane, quelle appartenenti alle prime comunità cristiane.
La sua importanza e il suo valore hanno fatto guadagnare alla via Appia Antica il soprannome di “Regina Viarum” (la Regina delle Strade): una via intramontabile, come la città eterna che la ospita.
Flavia De Michetti