Dopo aver riscosso un notevole successo in diversi teatri italiani, arriva a Roma dal 5 al 10 ottobre al Teatro Le Maschere, nell’ambito della rassegna “Nuova Drammaturgia – Incontri”, lo spettacolo CANAGLIE, scritto e diretto da Giulia Bartolini.
In scena una famiglia italiana. Una madre, tre figli da crescere, una tavola intorno a cui riunirsi ogni sera per parlare della giornata, gli studi, il lavoro, i battibecchi, la necessità di arrivare a fine mese … e poi la vicina di casa, un parroco che sembra un prete, una lettera scarlatta che appare sulla soglia, così, dal nulla (ma poi perché?), una vecchia fiat ‘500, il sospetto, il dubbio, le bugie e alla fine la rivelazione di tutti i segreti (ma proprio tutti) di una famiglia per niente normale, esperimento sociale di un mondo ribaltato.
Una favola comica che parla di ciò che siamo e ciò che scegliamo di essere, in un mondo leggero come un cartone animato in bianco e nero che finisce per trasfigurarsi in una realtà piena di colore e più cruda che mai.
“È l’immaginazione dello spettatore quella che vogliamo stimolare, seguendo il principio base secondo il quale con poco si può fare molto, soprattutto in questo preciso momento storico.”- afferma Giulia Bartolini – “Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Cosa c’è alla base di ogni famiglia? Alla base di ogni legame? La forma perfetta equivale davvero alla sostanza perfetta? Cosa ci spinge a superare il limite?
Sullo sfondo di un’Italia degli anni ’50-‘60, i protagonisti Grazia Capraro, Luca Carbone, Francesco Cotroneo, Giulia Trippetta, sono moderni, parlano di una società contemporanea, ma è come se fossero, nei costumi, nei colori, nell’immaginario, bloccati in un’Italia che non esiste più, a raccontare quella sindrome dell’epoca d’oro che tutti noi conosciamo bene. Uno spettacolo non fondato sulla forma o sull’estetica, ma sul contenuto, sulla storia, sull’intreccio della narrazione. Il mondo raccontato in scena prende forma attraverso un codice preciso. Le pennellate sono nette. Non c’è una via di mezzo.