Roma protesta: piazza del Popolo, lungotevere e Montecitorio

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green pass

E in piazza arriva Enrico Montesano. Alla manifestazione #ioApro gente poca, ma buona. Mentre sul lungotevere si gridava “venduti…” nel Palazzo si discuteva di giustizia. 

Erano previste 50.000 persone ieri in centro, tanto che il questore ha spostato il punto di incontro dei partecipanti a piazza del Popolo anziché piazza Montecitorio, come previsto dagli organizzatori della manifestazione, firmata “IoApro“.

Una scelta precauzionale che ha visto i partecipanti circondati dalle forze dell’ordine che hanno occupato ogni possibile uscita. Tipo sorci in trappola. Eppure la piazza non era gremita di gente, l’atmosfera affatto tesa, anzi, tra i turisti a passeggio in una Roma afosa, i manifestanti, pacificamente radunati davanti ai gazebo del gruppo #ioApro, ascoltavano sereni e determinati i relatori. Applaudivano, cantavano un coro “no green pass”. No alla limitazione della libertà individuale degli italiani. Ristoratori, utenti, partite Iva anche impiegati pubblici e privati. Mamme e giovani: tutti insieme contro una violenza senza precedenti. Tale è considerata l’introduzione del green pass. A ragion veduta.
“Piuttosto che chiedere ai clienti la certificazione oppure al personale impiegato in sala, chiudiamo le nostre attività” grida dal palco un ristoratore. Seguito da una donna, una mamma in piazza in difesa dei suoi figli, perché “i bambini non si toccano” e proprio per  loro si prova maggiore preoccupazione. Nel mirino della politica attuale il futuro dei ragazzi penalizzati in tutto: dalla scuola, alle attività sportive, nello svago.
Tra le domande poste all’ex premier Conte poche ore prima davanti a Palazzo Montecitorio anche la scuola. “Noi, 5stelle, da sempre abbiamo a cuore il futuro dei ragazzi. L’intento è un rientro a scuola in presenza” – afferma Conte – che non aggiunge nulla al noto tormentone Azzolina. Nel primo pomeriggio, al termine del vertice sul tema giustizia in vista della riforma Cartabia, l’ex premier si è concesso alle telecamere una manciata di minuti, dichiarando che stanno lavorando per rendere più efficiente ed equo il sistema giustizia, e “per farlo dobbiamo velocizzare e celebrare i processi, lasciamo che il governo adesso lavori sulle istanze emerse. Sicuramente dobbiamo evitare che processi per mafia o terrorismo possano svanire nel nulla”. E proprio questo sembra essere il timore di alcuni magistrati italiani, espresso all’indomani della presentazione della riforma.

Tornando al Palazzo blindato in vista della protesta di ieri, alle numerose ore di straordinario spese per la sicurezza, nessuna azione violenta o tentativo di sommossa si è registrato a Roma, solo cittadini preoccupati per il futuro e determinati nel voler contrastare le misure “illegittime” annunciate. “Il green pass è in automatico un obbligo vaccinale, è un pericolo per la democrazia, un momento buio per il Paese che non deve cedere semmai unirsi in un unico credo”. Fino al 6 agosto, data scelta per l’entrata in vigore dell’ultimo decreto, verrà ribadito il dissenso, in nome di una democrazia che si desidera mantenere, in nome del diritto alla salute. Diritto rivendicato sempre ieri, martedì 27 luglio 2021 nella Capitale che ha ospitato oltre 400 persone davanti al Ministero della Salute a favore delle cure domiciliari. Il comitato Terapie domiciliari precoci Covid-19 ha ribadito “basta Tachipirina e vigile attesa”. Un protocollo considerato fallimentare, applicato nella prima ondata del virus, e che ancora si vuol portare avanti. Nonostante i risultati. Guarire è possibile, farlo nelle rassicuranti mura domestiche anche. Assistiti da medici di base competenti e scrupolosi pure. É un fatto, una strategia vincente per la quale medici, infermieri, operatori sanitari e cittadini si stanno battendo riscontrando non poche ostilità. Quale sia il motivo non è chiaro, certo è che oggi 30mila firme sono state raccolte e non si fermeranno perché “curarci è un nostro diritto”, come recita lo striscione esibito davanti al “palazzo della salute”.

Momenti di colore. In una piazza libera non sono mancati fumogeni e parolacce verso alcuni esponenti del governo e nei confronti dei giornalisti da parte di un gruppo di presenti.  Dopo mesi di incessante “terrorismo mediatico” e poca professionalità è esplosa l’orticaria:”Stampa e Tv non le vogliamo più” – gridano al megafono. Operatori della comunicazione che puntano il dito sulla movida selvaggia, riportano contagi e dividono il Paese in vaccinati e non, e poi ti montano sopra per un primo piano di Conte.
Infine, un sorridente Enrico Montesano attraversa la piazza, elegante e discreto osservatore onora con la sua presenza. Al termine della manifestazione gli organizzatori sono saliti al Pincio, direzione piazza di Spagna, dove sembra siano stati bloccati sulla scalinata, non sappiamo per quanto tempo. Dai video diffusi si percepisce tensione, liberi cittadini chiedono alla Polizia di lasciarli passare senza successo.

Roma in piena estate pensa al futuro anziché alle vacanze, come il resto d’Italia. Lo prova  la gente scesa in strada sabato scorso nelle piazze italiane anziché stare al mare come da stagione. Il governo non va in vacanza, neanche il popolo. Il tour #ioApro prosegue, oggi nella città di Pesaro.