ROMA-POLONIA ANDATA E RITORNO

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IL VIAGGIO DI GABRIELE BORELLO PER PORTARE BENI DI PRIMA NECESSITÀ AL CONFINE TRA POLONIA E UCRAINA E OFFRIRE UN PASSAGGIO VERSO L’ITALIA A CHI SCAPPA DALLE BOMBE.

Secondo i dati del Viminale sono già 16mila i cittadini ucraini entrati in Italia da quando è iniziato il conflitto e tra le principali città c’è Roma per una ospitalità totale in tutto il Lazio di 10mila persone. Tra questi numeri ci sono due famiglie ucraine giunte a Roma nel fine settimana appena trascorso, insieme a Gabriele Borello che abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza.

Gabriele abita a Roma Nord, è un autista privato principalmente attivo nel settore turistico, il suo minivan è in grado di ospitare sette persone. “L’idea nasce dopo aver visto quattro miei colleghi arrivati a Leopoli per consegnare generi alimentari e sanitari alle popolazioni in conflitto e portare in Italia alcuni di loro”. Racconta inoltre di essere giunto al confine tra Polonia e Ucraina in quanto ora non permettono di andare oltre.

1900 km in 24 ore. Partito la sera di venerdì 4 marzo dalla Capitale è giunto alle 21 del giorno successivo fermandosi quattro ore per dormire e due volte per il rifornimento del carburante. “Sfatando il mito che la benzina è aumentata solo da noi, in Austria benzina e diesel stanno a 2,50, in Polonia è arrivata a costare 1,80 salendo di 60 centesimi in pochi giorni. Comunque tra carburante e caselli autostradali ho speso quasi 900 euro. Un viaggio finanziato in parte da volontari, amici che con spirito altruistico si sono uniti alla mia iniziativa”.

Quale è stato lo scopo del tuo viaggio?
Cercare di rendermi utile con i mezzi a mia disposizione: sono un autista, guidare non mi pesa e siccome il lavoro è diminuito ho tempo e mezzo per rendermi utile. Sono quindi partito da solo facendo il pieno di beni raccolti in una settimana e sapendo di poter portare 7 persone attese a Roma. Grazie al supporto di un’associazione presente sul posto, il viaggio si è concluso positivamente, tanto da sentirmi pronto a ripartire quanto prima. É stata una esperienza intensa che consiglio di provare, sicuramente il tragitto è lungo e per chi non è abituato a guidare tante ore è preferibile fermarsi una notte in motel, prendersi più tempo oppure di partire in due persone per alternarsi nella guida”.

Cosa hai portato in Polonia?
Vestiti, generi alimentari e medicine. Originariamente mi ero reso disponibile per consegnare gli aiuti messi insieme dalla chiesa ucraina di Santa Sofia, disponibilità inizialmente raccolta dagli organizzatori, gli stessi che a pochi giorni dalla partenza hanno cambiato idea, preferendo un tir al mio minivan. A quel punto non mi sono arreso, dando il via ad una raccolta veloce di beni per i profughi ucraini che grazie al passa parola, si è rivelata un successo. Sono andato.

Tramite un gruppo Facebook, il giovane autista romano ha consegnato la merce in un magazzino ed ha fatto ritorno in compagnia di due donne e i loro cinque figli, tutti minorenni. Una famiglia era attesa a Roma centro, l’altra è stata accompagnata alla Stazione Termini per raggiungere in treno a Taranto, ospite dei genitori di una donna con cui la signora ucraina aveva lavorato anni prima. Nulla è improvvisato, chi parte ha già una destinazione, precisa Gabriele che ci conferma come la Polonia sia molto attiva negli aiuti, anche bene organizzata nell’accoglienza ai bambini.

Aiutare è un gesto che fa sentire bene sempre, attivamente si rivela un vero e proprio arricchimento per l’anima, conclude Gabriele nella speranza di essere imitato, invitando ad unirsi a lui. Lo trovate su Facebook felice di rispondervi.

B.Pignataro