ECOMUSEO CASILINO AD DUAS LAUROS: UN PROGETTO DI CRESCITA VOLUTO DAI CITTADINI.
Nella città di Roma è possibile conoscere un progetto nato ed inaugurato nel 2016: si tratta di un ecomuseo urbano, il quale copre una vasta area che si estende per l’intero Municipio V della Capitale. Con il toponimo “ad duas lauros” si identifica un’ampia area archeologica non edificata, in origine una tenuta imperiale, che si trova presso il III miglio di via Labicana e sulla quale si sovrappone quasi completamente il perimetro dell’Ecomuseo: la zona si trova vicino la prima fascia della periferia romana, che collega da nord a sud il parco dell’Aniene con quello dell’Appia e degli Acquedotti.
L’Ecomuseo Casilino è un museo molto diverso da quelli che siamo abituati a visitare solitamente, in quanto l’idea tradizionale di semplice conservazione e custodia del bene culturale viene superata e la comunità risulta coinvolta in maniera totale e attiva: un concetto innovativo nato nella Francia dei primi anni Settanta del 1900, dalle intuizioni di Hugues de Varine (nato nel 1935) e Georges Henri Rivière (1897-1985), due importanti museologi, i progetti dei quali si sono velocemente diffusi in tutto il mondo, in particolare negli anni 2000. Uno dei suoi obiettivi principali consiste nella creazione di uno strumento di sviluppo e di tutela del territorio, nonché della valorizzazione del patrimonio culturale materiale oltre che dei beni culturali immateriali (come ad esempio le testimonianze audio-visive, documenti, abitudini e tradizioni) e di farli interagire fra loro per mezzo di laboratori e tecnologie messe a disposizione del visitatore, che diviene parte integrante del percorso.
Oltre al riconoscimento storico dei territori, è presente l’obiettivo di mettere in evidenza anche l’aspetto antropologico del progetto: il quartiere in cui nasce si rende storicamente dedito all’accoglienza, rendendolo un nucleo urbano fortemente segnato dal fenomeno dell’immigrazione fin dal XX secolo e, di conseguenza, ricco ed eterogeneo dal punto di vista etnico, religioso e culturale. Da parte della cronaca e dei media, viene spesso fatto un ritratto deteriorato e complicato del territorio Prenestino-Casilino, che, invece, grazie alla sua ricchezza culturale, a questo progetto antropologico e ad un museo costruito dalle persone stesse, viene positivamente rivalutato.Si tratta quindi di un percorso che prende per mano il visitatore e lo porta a riscoprire un quartiere caratterizzato da una consistente densità culturale, ricco di bellezza e di particolari; un connubio tra ecosistema e poiesi sociale proiettato verso il futuro.
L’Ecomuseo, dunque, si espande su un’importante stratificazione storica e folcloristica e su una fitta diramazione di paesaggi storici, artistici e archeologici: i veri protagonisti che aggiungono prestigio al valore culturale e storico del territorio.
Flavia De Michetti