ROMA: LA CHIESA DAL TETTO VERDE ACQUA

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LA CHIESA ORTODOSSA DI SANTA CATERINA MARTIRE

Una delle bellezze più interessanti della Capitale, e meglio nascoste, si trova nel quartiere Aurelio di Roma, presso via del Lago Terrione, si tratta della meravigliosa Chiesa Ortodossa dedicata a Santa Caterina Martire. Un luogo di culto suggestivo ed incantevole che somiglia a un castello uscito dal mondo delle fiabe.

santa CaterinaA causa della riluttanza dei vari Pontefici che nel tempo si sono succeduti la questione dell’edificazione di una chiesa ortodossa nella Città Eterna è stata procrastinata nel corso dei secoli. Tuttavia, occorre fare capolino al passato: i primi progetti sono venuti addirittura da Pietro il Grande (1672-1725), fino ad arrivare all’inizio del XIX secolo, periodo in cui l’Imperatore Alessandro I di Russia (1777-1825) ha iniziato ad occuparsi dell’organizzazione e realizzazione del progetto della costruzione della Chiesa, firmando, nel 1803, il “Decreto sull’Istituzione della Chiesa greco-russa” nella Capitale.

Questo tempio è conosciuto anche con il nome di Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria ed è caratterizzato da una costruzione molto particolare, dedicata al culto cristiano-ortodosso, oltreché luogo di ritrovo dell’intera comunità russa. Un santuario fortemente desiderato dalla Comunità dei cristiani ortodossi russi, che nel 1999 ha fatto un’esplicita richiesta sia al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana che al Comune di Roma per l’edificazione, iniziata nel 2003 e terminata nell’anno 2009 (nel maggio del quale è stata celebrata l’inaugurazione), per volere di Alessio II (1929-2008) su progetto di Andrej Obolenskij (il direttore del Centro delle costruzioni artistiche del Patriarcato di Mosca) all’interno dei giardini di Villa Abamelek, residenza degli ambasciatori russi (il nome discende dal principe, che nel 1900, ha acquistato l’area su cui oggi sorge la Chiesa).

Dunque, uno spicchio di Russia lo ritroviamo più vicino di quello pensiamo, nei pressi del Colle Gianicolo: fatta di tetti color verde acqua, di rifiniture di grande qualità, di meravigliosi mosaici al suo ingresso, per non parlare dei pregiati dipinti che fanno da ornamento, oltre alla caratteristica architettura Neobizantina, in cui l’elemento oro, che spicca a contrasto con le candide pareti bianche, è il vero protagonista: il colore del Sole, simboleggia la ricchezza e la luce, nonché il richiamo alla celebrazione dell’eternità e della grandezza della divinità. Tutti elementi creati esclusivamente da artisti russi, guidati dai canoni dell’arte sacra slava. Peculiare è soprattutto lo studiato sistema di campane, che suonano solo nei giorni domenicali e quelli festivi, la cui melodia è tanto dolce e armoniosa da incantare qualunque passante, che ne resta ammaliato.

Oggi la Chiesa Ortodossa è il luogo di culto più grande costruito all’estero dopo la Grande Rivoluzione del 1917.Passare dal romano Cupolone alle architetture di San Pietroburgo è veramente questione di un attimo. La Chiesa occupa una posizione di vero rilievo: immersa nell’incontaminata natura dei giardini, ma con una vista su Roma veramente fuori dal comune, grazie alla quale sembra che la Cupola di San Pietro e quella della Chiesa Ortodossa di Santa Caterina Martire tengano una gara a distanza di bellezza e magnificenza.

Flavia De Michetti