LA STORIA DEI FLAUTISTI A BRIGLIE SCIOLTE PER ROMA
Il 13 giugno è una data molto importante per Roma, ma che probabilmente molti romani non conoscono: è il giorno in cui si festeggiano i Quinquatri Minori (o Quinquatrus Minusculae o Minores), distinti da quelli Maggiori (19 marzo), dedicati agli artigiani e ai professionisti.
In un certo momento, non ben precisato, della storia antica, a Roma, venne emanato un decreto pubblico che sancì una considerevole riduzione del numero dei flautisti (dal greco “auletès”, flautista) che partecipavano alle cerimonie (in particolare eventi di carattere religioso), causando il decadimento dell’antica arte dell’aulòs (flauto a doppia canna), introdotta in Grecia a partire dall’VIII secolo per opera del flautista Frigio Olimpo. La loro mancanza era molto avvertita, poiché erano una parte fondamentale delle cerimonie, tanto che si provò a farli tornare, ma ogni tentativo fu vano. A causa di questa disposizione molti di loro si trasferirono nella città di Tivoli (chiamata da Virgilio “Tibur Superbum”) e proprio qui si trovarono ad intrattenere gli ospiti di un ricco banchetto, offerto da un facoltoso padrone di casa. Tuttavia, i flautisti, con la subdola complicità di un liberto che era d’accordo con gli emissari del Senato (come racconta Ovidio), si fecero coinvolgere nelle feste e nei brindisi sfrenati, fino ad ubriacarsi. Diventati eccessivamente rumorosi il proprietario della residenza, seccato dalla loro insolenza, decise di cacciarli via.
Ma come liberarsi di un gruppo inebriato di flautisti, che sembrava non avere nessuna intenzione di abbandonare la festa? Seppur nella sua semplicità, l’idea fu geniale: con aria sorniona li condusse a un carro, con nessuno che lo governasse, li fece salire e li abbandonò al loro destino.
La tradizione lega questa storia alla Porta Esquilina, poiché il carro dei flautisti ignari e ancora frastornati, senza alcun controllo, li condusse a Roma, passando proprio sotto l’Arco di Gallieno e fermandosi al Foro. Gli antichi romani furono talmente tanto colpiti da questa entrata sensazionale, che non li mandarono via subito, ma prima li mascherarono.
Lo scherzo fu tanto divertente che, ogni 13 giugno – 15 giugno (le idi di giugno), una folla di flautisti (o tubicines, suonatori delle tubae), vestiti in maschera, attraversavano Roma in onore della dea Minerva, che secondo il mito era colei che aveva inventato il flauto a doppia canna, il quale però venne scagliato via dalla divinità atterrita una volta riscontrato che, nel suonarlo, le si gonfiavano le guance rendendola ridicola.
Flavia De Michetti