Come risposta al silenzio assordante delle istituzioni, Territorio e Comunità e Comitato Illica Vive valorizzano queste splendide terre colpite dal terremoto.
Non so il perché, ma lo faceva mio nonno, quindi lo faccio. É la cultura contadina tramandata dall’antropologo Mario Polia che ieri a Illica ha trasmesso ai presenti, radunati su un terreno prestato da Sabrina Cappellanti per ospitare una riunione tra amici, l’intento è stato quello di ricordare la frazione di Illica, a Accumuli luogo dimenticato dalle istituzioni ma non dai cittadini che intendono preservare la saggezza rurale come fonte dove attingere affinché ci sia un futuro per l’umanità. L’identità non è estranea a ciò che l’uomo produce.
Da quel maledetto 24 agosto 2016 Illica non c’è più, se non per Davide, titolare del B&B Lago Secco, sorpreso nel sonno dal terremoto che spazzò via secoli di storia in una notte, che ha scelto di restare nel luogo dove è nato. Oggi accoglie i pellegrini in viaggio. Anche noi, grazie all’amico Massimiliano abbiamo scoperto un luogo magico dalla straordinaria bellezza nonostante le macerie. La natura insegna e nei sei anni trascorsi in attesa dell’intervento dell’uomo, non si è lasciata seppellire. Rigogliosa la vegetazione germoglia e dona frutti, come l’albero secco, bruciato due volte il melo ha fatto i frutti divenendo simbolo di resistenza.
C’è anche Mario Polia a dirci cos’è la tradizione, a trasmettere parte della saggezza contadina legata ai cicli stagionali in questa fresca serata tra le rovine di Illica. “Sono passati pochi anni da quando il mondo moderno ha messo fine alla cultura della società rurale, sono passati pochi anni ma per chi si interessa ad essa è come entrare in un mondo che non c’è più, la natura ha distrutto le opere dell’uomo con il terremoto, ma c’è stato un terremoto non meno intenso che ha distrutto costruzioni millenarie e certezze tramandate da generazione a generazione. La sapienza è arrivata fino alle soglie del nostro mondo moderno, la crisi è iniziata nella metà degli anni Cinquanta del secolo scorso e si è protratta in modo esponenziale. Quello che stiamo facendo noi è frugare tra le rovine cercando ancora qualche sopravvissuto. I sopravvissuti sono soprattutto i ricordi di queste persone protagoniste di una cultura completamente differente dalla nostra e ansiose di lasciare in eredità questi ricordi. Noi studiosi delle future popolari viaggiamo da casolare a casolare, nei centri anziani, nei paesini arroccati tra le montagne dove c’è ancora qualcuno che ha voglia di raccontare qualcosa e lo restituiamo alla storia”.
La storia insegna anche che la solidarietà è l’unica via possibile verso la salvezza e la comunità di Santa Marinella con il progetto “Territorio e Comunità” insieme al Comitato Illica Vive, sabato 9 luglio 2022 con l’evento Ritorno a Illica 2, sono state un esempio di come, pur vivendo un quotidiano cittadino si possa lasciare comunque un’eredità a chi verrà dopo di noi.