Ritorno a Barbiana… e agli ‘ultimi’ di don Milani
di Angelo Alfani
Sulle normali carte geografiche, Barbiana non la si trova.
Barbiana è nel comune di Vicchio, nel cuore del Mugello, sul versante nord del monte Giovi a 460 metri sul mare. A Vicchio nacque Giotto ed il Beato Angelico; dal Mugello scesero a Firenze i Medici.
“Barbiana non è nemmeno un villaggio, è una chiesa e le case sono sparse tra i boschi ed i campi. I posti di montagna come questo sono rimasti disabitati. Se non ci fosse la nostra scuola a tener fermi i nostri genitori anche Barbiana sarebbe un deserto. In tutto ci sono rimaste trentanove anime” così la descrivono i ragazzi della scuola di don Milani nel 1963.
Una piccola chiesa con annessa canonica, sopra un pianoro in cui ha fine, dopo interminabili tornanti di irta salita, la sterrata che sale dal Bisenzio, così stretta da consentire a mala pena il passaggio di un’automobile.
In questa canonica, dedicata a Sant’Andrea, venne esiliato, a causa delle sue posizioni eversive e rivoluzionarie, don Lorenzo Milani, il 23 novembre del 1954. Non c’è luce, niente telefono, non arriva neanche la posta: si ferma a Vicchio. Scriveva don Milani nel giugno del 1967: “… la luce elettrica a Barbiana è stata portata quindici giorni fa, ma le cartoline precetto hanno cominciato a portarle a domicilio fin dal 1861”.
Passati appena pochi giorni dal suo arrivo nel luogo di esilio scrive alla mamma: Cara Mamma, mi dispiace non averti scritto prima, ma non eravamo riusciti a trovare un pezzo di carta da scrivere. Qui è ancora tutto all’aria. Stasera la casa era già piena di giovanotti che aspettano ansiosamente di iniziare la lezione.
La nonna ha già comprato il bestiame (sei bestie), io ho comprato: grano (tre quintali), conigli (trenta), polli (non so quanti). Sono due giorni che lavoro per rendere accogliente il tutto: ho riverniciato l’armadio, tavoli e finestre. Ho messo la luce a gas, il fornello a gas, la cucina a legna. Ho ordinato l’acquaio”
Da questo nemmeno villaggio rotolarono a valle, raggiungendo i cuori più sensibili e meno conformisti, le idee più sovversive del dopoguerra.
Scrive di scuola, ma in realtà sono le ingiustizie della intera società che sono messe all’indice.
Nella Lettera a una professoressa è scritto: “La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 all’anno.
Bocciare è come sparare in un cespuglio. Forse era un ragazzo, forse era una lepre. Si vedrà a comodo. Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini nelle case dei poveri. Ma Dio non fa di questi dispetti ai poveri. E’ più facile che i dispettosi siate voi. La scuola selettiva è un peccato contro Dio e contro gli uomini. Dio ha difeso i suoi poveri. Voi li volete muti e Dio vi ha fatto ciechi...
C’è una tavoletta di legno appuntita in cima con su scritto: cimitero. Per raggiungerlo si deve scendere per un centinaio di passi lungo una carrareccia finché ci si trova di fronte un cancelletto.
Il cimitero, racchiuso da un muro, è un piccolo fazzoletto di terra. In terra poche tombe, con croci di legno o in ferro. La tomba di don Lorenzo, che vi volle comprare il posto il primo giorno del suo arrivo, è una lastra di marmo chiaro con una croce piantata nell’erba. La scritta riporta: Lorenzo Milani N. 27 5. 1923. M. 28. 6 1967. Priore di Barbiana dal 1954.
“La grandezza d’una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui s’è svolta, ma da tutte altre cose”.
In tempi che saranno lunghi e bui per gli ultimi ed i penultimi, una visita nella terra di don Milani non guasterebbe.