RITORNA DOWNTON ABBEY

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Presentata alla Festa del cinema di Roma, arriva sul grande schermo la pellicola ispirata alla pluripremiata serie tv britannica .

di Barbara Civinini

DOWNTON ABBEY

Stanno per arrivare in visita re Giorgio V e la regina Mary – i nonni di Elisabetta II – e la famiglia Crawley è in grande agitazione, tanto che è stato richiamato in servizio Carason (Jim Carter), il maggiordomo andato in pensione. Con tutta la sua britishness torna sul grande schermo, con l’intero cast al completo e qualche nuovo arrivo, dopo sei stagioni e quattro anni dall’ultima puntata, la pluripremiata serie televisiva ITV, Downton Abbey. Il suo ideatore Julian Fellowes – premio Oscar per Gosford Park nel 2002 – questa volta, oltre a firmare la sceneggiatura, veste anche i panni del produttore. La regia invece è dell’americano Michael Engler – apprezzato per le più famose fiction tv a stelle e strisce – che aveva già diretto alcuni episodi della serie.

La storia, ambientata alla fine degli anni 20 – ispirata a una visita dei reali in Yorkshire del 1912 – riprende proprio da dove era terminata, con tutti i suoi intrighi, gli amori e i problemi degli aristocratici Crawley, guidati dal Conte di Grantham (Hugh Bonneville).

Lady Mary al ballo

Sì, perché se è vero che noblesse oblige, è altrettanto vero che il mondo sta cambiando e in fretta. E se si vuole salvare Downton, con tutta la sua piccola folla di servitù, è necessario decidersi ad amministrare le sue terre in modo diverso. Le discussioni a tavola sono un vero salto in un’epoca che non c’è più – lontana eppure così ricca di fascino – che sente bruciare sulla pelle il cambiamento, dove si è disposti a tutto pur di non perdere il proprio mondo, anche a cambiare perché nulla cambi.

Il conte di Grantham a tavola con lady Violet

Proprio come raccontava Tomasi di Lampedusa, Duca di Palma e Grande di Spagna, con il suo Gattopardo. E’ rimasta celeberrima la battuta di Tancredi, nipote del Principe di Salina, nel film di Visconti tratto dal suo romanzo. Del resto, l’orrore per il massacro della dinastia imperiale russa dei Romanov, avvenuto durante la rivoluzione d’ottobre, è ancora perfettamente vivido. Per fortuna la contessa madre, Violet Crawley, interpretata da un intramontabile Maggie Smith, ha uno spiccato senso dell’umorismo, tipicamente inglese. Le battute sono state scritte con dovizia di particolari da Fellowes, osservatore acuto dell’aristocrazia britannica. In fondo la visita dei reali è solo un pretesto per raccontare quel mondo perduto che si sente sempre più minacciato da una nascente middle class – figlia della rivoluzione industriale, che ormai ha spiccato il volo dal terzo stato – e dagli echi di una guerra terribile, conclusa da poco e che aveva coinvolto anche le colonie dell’impero britannico. La pellicola, come la serie tv, è stata girata a Highclere Castle, nell’Hampshire, nella residenza dei nobili Carnarvon, che possiedono la tenuta con 400 ettari dal 1679. Lady Fiona Carnarvon, fra l’altro, ha scritto la storia della vera donna che ha ispirato il personaggio di Lady Cora: Lady Almina e la vera storia di Downton Abbey. Insomma, una vera goduria per i fan affezionati, ma anche un bellissimo affresco d’epoca che vale la pena vedere.