RIENTRO DALLE VACANZE

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Oggi vorrei parlare di un argomento molto comune ma che, pur sembrando una forma di “lamento”, può coprire qualcosa di più importante. Mi riferisco alla “sindrome da rientro dalle vacanze”.

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Viene chiamata così, anche se non ci sono i riferimenti sul DSM-V, poiché la persona descrive e prova un insieme di malesseri che possono iniziare prima della fine della vacanza e che spesso vengono riassunti con la frase “devo rifare la vacanza perché non l’ho capita”.

Una persona mi ha raccontato che quando era piccola piangeva sempre giorno l’ultimo giorno di vacanze tanto che i suoi genitori si accordavano con l’hotel o con il proprietario dell’appartamento per rimanere lì un giorno in più. La signora ha raccontato che viveva in una famiglia litigiosa e che le vacanze, per lei, significavano “vacanze dai litigi”.

Molti sono i motivi per cui alcune o tante persone provano una sorta di abbassamento del tono dell’umore alla fine delle vacanze. Per esempio, le vacanze tanto sperate e tanto desiderate non sono state all’altezza delle aspettative. Oppure durante le vacanze si sono sconosciute persone che, si pensa, di aver “perso”. Oppure la quotidianità fuori dalla vacanze è una quotidianità pesante perché è densa di impegni, orari, responsabilità oppure perché ci sono grossi problemi al lavoro o si fa un lavoro che non piace. Alcune persone, possono sentirsi in colpa per gli accessi che hanno fatto in vacanza e pensano che avrebbero potuto vivere diversamente. Dall’altra parte ci sono anche delle persone che vivono male l’andare in vacanza e non vedono l’ora di rientrare. Queste persone solitamente non riescono a stare lontani dal loro lavoro, hanno grande difficoltà nell’affrontare i cambiamenti (la vacanza presuppone sempre un cambiamento e un adattamento a situazioni nuove) oppure sono persone che in vacanza hanno la possibilità di essere parecchi giorni con la propria famiglia (partner e figli) ma, anziché vivere serenamente, si accendono continui scontri. Di solito questo succede perché i partner, pur vivendo nella stessa casa, hanno pochissime occasioni di incontro a causa degli incastri della quotidianità.

Cosa fare per affrontare la sindrome da rientro?
Intanto sarebbe importante non tornare subito al lavoro ma avere uno spazio temporale tra la fine della vacanza e il rientro al lavoro; questi giorni possono essere considerati come una “camera di decompressione” tra uno stato e l’altro. Un’altra cosa importante è porsi degli obiettivi, per esempio pensare a dove si vorrebbe andare l’estate successiva; ciò pone un ponte immaginario tra le vacanze e motiva le persone a guardare oltre. Altri obiettivi potrebbero essere organizzare dei piccoli momenti di “vacanza” durante l’anno, per staccare dalla quotidianità, oppure programmare momenti piacevoli con gli amici durante l’inverno. Mettere le foto delle vacanze a portata di mano, sul cellulare o sul computer, per rivederle e per ricordarne i momenti belli, i suoni, gli odori che si sono assaporati in quel posto (questo funziona come “immagine di calma”). Fare esercizio fisico (questo fa sempre bene) e cercare di ritornare alla propria personale alimentazione. Solitamente questi stati d’animo passano nel giro di qualche giorno in modo spontaneo; qualora permanessero per molto tempo allora potrebbero essere la spia di altre problematiche un po’ più importanti. Allora è il caso di chiedere aiuto.

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta Psicologa Giuridico-Forense
Cell. 338/3440405