Riemerge l’Italia perduta, creativa e pronta a scattare

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Una parte del Paese si dice pronta per la ripresa, anzi, si trova sul nastro di partenza, in attesa di scattare.

di ANTONIO CALICCHIO

Non ci si rende conto che il ristagno economico della nostra nazione ha una durata ormai ultradecennale, nel senso che affonda le sue radici in un periodo antecedente alla pandemia. In specifico, ha avuto principio allorché si sono smorzate creatività ed ottimismo. Nella moda avevano assunto predominanza gli stilisti improvvisati. Nel made in Italy, coloro che peggioravano la qualità ed innalzavano i prezzi. Nella vita sociale, i superficiali, i rampanti. Nel sistema industriale, i manipolatori della finanza. Nella politica, i portaborse ed i corrotti.

Tuttavia, l’aria malsana può essere superata, ancorché gradatamente, attraverso la politica e l’economia, così da infragilire, se non, perfino, demolire gli organismi meno idonei, producendo spazi per forze nuove, fresche. In questa prospettiva, movimenti politici, di opinione, nuove élites emergenti si stanno già schiudendo la strada tra i residui del passato. Sono sì virgulti forti, vitali, che, però, non possono ancora esternare le loro potenzialità. Esistono ancora i vecchi apparati, i vecchi linguaggi, i vecchi ideali, una vecchia politica, una vecchia cultura che li ostacola.

Qualche segno, qualche indicatore di tali energie accumulate, di tali forze pronte a manifestarsi. Qualche segnale che la rinascita è possibile, impetuosa? Girando per l’Italia, parlando con le persone, si nota che esse hanno mutato mentalità, tendenze, gusti, linguaggio. Se si ascoltano i loro discorsi in merito ai candidati, ai programmi, alle speranze si registra più libertà, più freschezza, più avanzamento, meno rammarico, meno amarezza.

E si hanno dei segnali anche sotto il profilo del costume, del gusto, della moda, in cui il pubblico è più attento, più vivace. Quest’anno la moda è composta, elegante e, al contempo, creativa, fresca, giovane. I tessuti sono pregiati, i colori tenui, non aggressivi. Esprime, da un lato, fiducia, ottimismo; dall’altro, divertimento, gioia, che manca da tempo. Girando per l’Italia, ci si accorge che numerose imprese hanno ricominciato a lavorare e, con enorme dinamismo, stanno esportando i prodotti italiani all’estero. Frattanto, si è verificata una rivoluzione nella distribuzione. I consumatori sono divenuti più esigenti, più critici, obbligando tutti a migliorare i prodotti, a ridurre i prezzi, a divenire competitivi, sul piano internazionale.

Pure i risparmiatori hanno iniziato ad apprendere e a comprendere i meccanismi finanziari, ad acquisire fiducia nell’impresa, nel mercato. Per un Paese storicamente dominato dall’anti-capitalismo marxista e cattolico, ciò rappresenta il segno dell’inizio di una palingenesi culturale. Ed infine, vi è, che attende di entrare in scena, la generazione più giovane, più europea. Molti di questi giovani hanno accumulato anni ed anni di studio, in Italia e all’estero, ma non hanno ancora avuto modo di agire, di dimostrare la loro preparazione, le loro capacità, le loro competenze. Anch’essi sono una energia potenziale, una molla compressa nell’attesa di scattare. E’ difficile che simili potenzialità vadano sciupate. Chiunque, dovrà fare i conti con loro.