Ho letto che, qualche giorno fa, una coppia di due giovani e noti fidanzati sono deceduti negli Usa a causa della febbre maculare – purpurea delle Montagne Rocciose. L’agente eziologico, la Rickettsia reckettsi, scoperta da Guinn e Mc Cullough nel 1902, è trasmessa da una zecca (Dermacentor andersen).
E’ caratterizzata da un inizio brusco (brividi violenti), da temperatura elevate sin dai primi giorni, da uno stato tifoso grave (stupore, delirio, confusione, ipotensione arteriosa) e da un’eruzione maculare arrossata che inizia dal secondo al quinto giorno. Se non diagnostica e curata in tempo la mortalità è assai elevata.
Le Rickettsie sono responsabili nell’uomo (colpiscono anche gli animali) di un gruppo di malattie esantemiche gravi accompagnate da stato tifoso e da una malattia respiratoria non esantematica, la febbre Q. Questi germi patogeni sono dei parassiti endocellulari obbligati che hanno un tropismo elettivo per le cellule endoteliali dei piccoli vasi. Vengono trasmesse dagli artropodi (pidocchi, zecche, pulci, acari).
Le forme esantemiche che più frequentemente colpiscono l’uomo sono: il tifo esantematico petecchiale (trasmesso dal pidocchio e dovuto alla Rickettsia prowazecki), il tifo murino (trasmesso sulla pulce e dovuto alla Rickettsia mooseri, con sintomi più attenuati rispetto al precedente), la febbre bottonosa mediterranea (trasmessa della zecca presente nei conigli, lepri, topi e dovuta alla Rickettsia conorii), la già citata febbre maculosa delle Montagne Rocciose, la rickettsiasi varicelliforme e la febbre fluviale giapponese. (La Terapia medic a oggi. Nicola Gugliucci 2003).
La febbre esantematica o bottonosa mediterranea (Rickettsia conorii trasmessa dalla zecca) è anche chiamata “febbre del Carducci”. Non si tratta però del celebre poeta Giosuè Carducci ma dell’omonimo Agostino Carducci illustre clinico medico italiano (Isoletta, Frosinone, 1873 – Roma 1970). Fu primario degli Ospedali Riuniti di Roma (titolo poi assunto negli anni 80 dal mio fraterno amico onorevole Violenzo Ziantoni) e direttore dell’ospedale di Santo Spirito . A lui si deve la puntualizzazione nosologica della febbre esantematica mediterranea che porta il suo nome. Ritorno sull’incredibile caso mortale della coppia statunitense colpita dalla febbre delle Montagne Rocciose.
Tutte le Rickettiosi, se diagnosticate in tempo, sono guaribili con le tetracicline. Io stesso ho curato, nei decenni passati, diversi casi di febbre esantematica mediterranea, cosi come, prima di me, aveva fatto il collega Giorgio Battelli, sempre a Ladispoli. Cito solo un paio di pazienti che, per necessità alimentari essendo poverissimi, avevano frugato negli allora presenti cassonetti dell’immondizia.
Mi sono domandato avrei diagnosticato e curato, se mi fossi trovato in Usa, la febbre delle Montagne Rocciose? Senza voler peccare di presunzione credo di si. Dall’anamnesi e dall’esame obiettivo avrei trattato l’elevato temperatura non con i Fans ma subito con i cortisonici (Bentelan 4 mg 1 fiala x 3 in flebo da 500ml) e distrutto la rickettsia grazie alle moderne tetracicline (doxicillina 100 mg, una compresa per via orale due volte al giorno per dieci giorni, max due settimane). Ripeto che tutte le rickettiosi sono sensibili alle tetracicline , anche pertanto la forma polmonare (febbre Q) che ho trattato senza alcun decesso, ne ricovero ospedaliero, in almeno otto casi nella mia longeva professione. Lo so, la modestia, non è il mio forte. Ma chi non ha difetti?