RESIDENTI A CERVETERI: NATE LE BABY CARETTA

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UN EVENTO ECCEZIONALE PER TARTALAZIO CHE PARLA DELLA NASCITA DI 68 RETTILI MA NESSUNO HA FILMATO L’EVENTO.

C’era grande attesa e loro, le testarde quanto affascinanti Caretta caretta, non hanno deluso le aspettative. Almeno da come certificato da Tartalazio, la rete regionale che coordina gli interventi sulle tartarughe marine, che nel proprio bollettino ha parlato di 68 esemplari nati a fronte di altri 23 che invece non ce l’hanno fatta.

I rettili avrebbero giocato d’anticipo battendo tutti sul tempo. Dovevano nascere a Marina di Cerveteri tra domani e lunedì scorso e invece le tartarughine sarebbero sbucate da sotto la sabbia raggiungendo il mare con abilità. Senza neanche utilizzare in pratica il “corridoio di lancio”, lo spazio allestito da volontari e biologi tra il nido e la riva per facilitare questa operazione. Si era parlato prima di ben 35 piccoli di Caretta caretta pronti a uscire dal nido recintato nei pressi della Palude di Torre Flavia il 3 agosto, giorno in cui la loro madre aveva deposto le uova a Ladispoli, nel tratto di Palo Laziale.

caretta carettaFu una corsa contro il tempo per via di una mareggiata che rischiava di travolgerle. Così la decisione di Tartalazio di spostarle a Campo di Mare con il prezioso aiuto della Capitaneria di porto. Scelta platealmente contestata dal comune di Ladispoli con le dure parole del vicesindaco, Pierpaolo Perretta. A distanza di 50 giorni il lieto fine raccontato direttamente da Tartalazio. “Grazie all’intervento della Guardia costiera – sostiene Luca Marini, coordinatore regionale di Tartalazio – e al personale della Provincia dell’area protetta di Macchiatonda, si è potuto stimare il numero di tartarughine uscite e verificare che le onde non le avessero rigettate a terra.

In questa sorprendente estate laziale, si tratta del terzo nido che dà alla luce dei piccoli di tartaruga marina, dopo quelli di Fondi e Ventotene, un evento mai registrato prima”. Si è attivata poi la rete h24 per salvare le altre, ma nulla. “Purtroppo non ce l’hanno fatta tutte – aggiunge Marini – pensavamo però fossero al massimo quaranta ed eravamo già soddisfatti così. Poi abbiamo scoperto che ne sono schiuse 68, il 75%. Hanno sorpreso anche noi, visto che sono nate assieme mentre solitamente escono in gruppi a distanza di ore. Non era mai successo prima. Tuttavia è normale che non tutte riescano a farcela, accade anche con i pesci, molte uova ad esempio vengono mangiate dai predatori”.

Le reazioni. Grande emozione sulla spiaggia cerveterana. A cominciare dal sindaco etrusco. “Un grandissimo risultato per il nido – commenta Alessio Pascucci – deposto in una sera di burrasca estiva, schiusosi in un fine settimana di burrasca di inizio autunno. Peccato per quelle considerate sterili. Non ci resta che augurare buon viaggio alle tartarughine riuscite ad entrare in acqua”. Ladispoli. Sul posto anche la giunta comunale di Ladispoli. “Possiamo dire che queste tartarughe hanno più papà – ironizza Filippo Moretti, consigliere comunale e delegato alle Aree protette – comunque alla fine la scelta di trasferire le 91 uova da Ladispoli a Marina di Cerveteri è stata indovinata perché le prime 36 baby Caretta hanno raggiunto autonomamente il mare. Di questo successo occorre ringraziare tutti i volontari”. I volontari. “Abbiamo lavorato tutti come in una grande squadra – afferma Corrado Battisti, responsabile della Palude di Torre Flavia per conto di Città Metropolitana – compresi i volontari che il giorno prima avevano rastrellato il corridoio previsto per i piccolini che invece hanno poi scelto un altro tragitto. La mamma aveva nidificato in un giorno di maltempo, i piccoli sono nati durante la mareggiata. La natura continua ad insegnarci molte cose, dovremmo riflettere su questo”. Battisti è “stregato” dall’evento. “La presenza delle Caretta caretta è fenomenale e la Palude con l’annessa spiaggia si è ormai trasformata in un luogo ecologico di altissimo valore. Dagli uccelli fratini e corrieri in via d’estinzione siamo passati alle tartarughe marine”. A preoccupare è senza dubbio l’erosione con le ultime mareggiate che hanno messo a rischio ancor di più di quanto non lo sia il sito naturale tra Ladispoli e Campo di Mare. Marevivo. Nessuno comunque in questo caso è riuscito a filmare la schiusa di Campo di Mare, né Tartalazio, né le decine e decine di volontari impegnati dalle varie associazioni animaliste. “Un bell’evento – interviene Rita Paone, responsabile nazionale divisione Spiagge e Coste Marevivo – che però poteva essere documentato se solo si fosse organizzato un campo di sorveglianza del nido”.

Non si conosce ancora chi sia la fortunata testimone che avrebbe visto le piccole tartarughe lasciare il nido per raggiungere la riva e poi dato l’allerta a chi di dovere. Da una parte sarebbe un buon segno che le tartarughe approdino sul nostro litorale dall’altra però è un segnale che il mare sta subendo un riscaldamento eccessivo. Si stima che le Caretta possano vivere fino a 70 anni e trascorrono tutta la loro vita in mare ad eccezione naturalmente della nascita che avviene a terra su spiagge sabbiose.