Il 30 Aprile 1849 i garibaldini ed i volontari comandati da Giuseppe Garibaldi che erano accorsi in difesa della Repubblica Romana condotta dai triunviri Armellini, Saffi e Mazzini riportarono una sonante vittoria sulle truppe francesi invocate dal Papa Pio IX che, precedentemente, era fuggito in quel di Gaeta. In occasione di questa ricorrenza l’Istituto Internazionale di Studi “ Giuseppe Garibaldi” terrà il 30 Aprile p.v., con inizio alle ore 10,30, presso il Mausoleo Ossario Gianicolense, sito al n.29 di Via Garibaldi al Gianicolo, la cerimonia commemorativa dell’evento. Ad essa parteciperà la Banda Musicale della Polizia Municipale di Roma Capitale ed un Picchetto Armato dell’Esercito italiano e dopo la deposizione di una corona di alloro vi saranno i saluti delle Autorità Comunali e quelli delle Associazioni Garibaldine e la premiazione del concorso “Alberto Mori” Scuola G. G. Belli. A proposito del bel Mausoleo del Gianicolo scrive il MiBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali: “In corrispondenza degli angoli del quadriportico, quattro piedistalli in travertino sorreggono altrettanti bracieri bronzei decorati con teste di lupa, che ancora oggi vengono accesi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma: 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada; 1862 Aspromonte; 1867 Monterotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio. Sul retro del quadriportico, una doppia rampa di scale scende al Sacrario, chiuso da un imponente portale bronzeo. Il suggestivo ambiente è diviso in due zone: un vestibolo con piccole absidi laterali e un vano quadrato, che ha al centro un grande pilastro circolare ornato con palme e croci votive in alabastro. Il soffitto a volta ribassata è ricoperto di tessere musive in oro; marmi policromi rivestono il pavimento e le pareti, sulle quali sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1600 eroici caduti. Nei loculi sono conservati solo pochi resti (ca. 200), per lo più anonimi, rinvenuti nel corso delle varie ricognizioni. Nella parete di fondo è posto il sarcofago in porfido con le spoglie di Goffredo Mameli, il giovane poeta genovese, autore dell’inno d’Italia, ferito a morte proprio sul Gianicolo nel 1849 a soli 22 anni”. La Storia del Risorgimento, che a pieno titolo appartiene alla Storia d’Italia ed anzi ne è una parte fondamentale essendo legata intangibilmente a quei grandi ideali di libertà e democrazia ispirati principalmente da Giuseppe Mazzini e dei suoi insegnamenti profondamente legati ai Doveri del Cittadino che, magari ai tempi d’oggi, ove capita fin troppo spesso che vengono inusitatamente propugnati “i diritti dei dritti”, può sembrare anacronistico e fuori del tempo in una società del “tutto e subito” a qualsiasi costo non rispettando spesso niente e nessuno andando a calpestare le libertà ed i diritti altrui, dove forse ricordarsi che in una libera democrazia esistono e vanno esercitati (nei fatti) anche e soprattutto i doveri del cittadino in un giusto equilibrio con i paralleli diritti, ed il Sacrario del Gianicolo, ed in maniera non certo subliminale, sta a ricordarci anche questo.
Arnaldo Gioacchini