Lo scenario del comparto agricolo
Sala Capitolare PALAZZO DELLA MINERVA Roma, 9 novembre 2020.
L’agricoltura italiana ricopre un ruolo fondamentale nell’economia dell’Unione Europea: nel 2019 il valore della produzione agricola a prezzi correnti, pari a 56,6 miliardi di Euro, poneva l’Italia al terzo posto dietro alla Francia (75,4 miliardi di Euro) e alla Germania (57,0 miliardi di Euro).
Se si considera, invece, il valore aggiunto generato dal settore, l’Italia, con 31,9 miliardi di Euro ed una percentuale del 17% del totale europeo, è al primo posto assoluto davanti alla Francia (31 miliardi di Euro) e alla Spagna (26,5 miliardi di Euro). Per l’economia agricola italiana il 2019 è stato un anno caratterizzato da una perdita dei volumi prodotti (-1,5%), soprattutto nel settore della produzione vegetale (-2,4%).
Le perdite registrate in quantità sono state in parte recuperate dai prezzi che si sono mantenuti mediamente più elevati rispetto al 2018 per molti prodotti agricoli. Appaiono significativi gli incrementi registrati dai ricavi ottenuti dai servizi collegati all’agricoltura (agriturismo e trasformazione di prodotti), che hanno permesso di minimizzare la perdita di valore della produzione agricola 2019 rispetto al 2018 (-0,6%)
L’incremento dei consumi intermedi (+1,5%) ha determinato un saldo negativo nel valore aggiunto lordo generato dal comparto (-2,1%). Se si analizza il valore aggiunto netto (valore aggiunto lordo al netto dei costi del personale e degli ammortamenti), l’incremento dei costi ha comportato un decremento ancora più netto pari a – 3,4%.
Il risultato finale è una contrazione del 2,6% nell’indicatore del reddito agricolo 2019 rispetto all’anno precedente. Questo valore è in contrasto con gli analoghi dati europei che hanno visto un incremento medio del 2%, dovuto principalmente a cospicui incrementi registrati in Germania (+31,8%) e Danimarca (+68,2%). I risultati analizzati riassumono una situazione del settore agricolo piuttosto eterogenea caratterizzata da dinamiche alternative, nei costi e nei ricavi, per le diverse produzioni.
Il settore biologico ricopre un ruolo sempre più importante nell’agricoltura, rappresentando un presidio per la conservazione del suolo e la preservazione ecologica.
I dati per l’anno 2019 evidenziano un incremento delle vendite non uniforme: come per il 2018, i settori trainanti sono stati i comparti del vino (+38,6%), delle carni (+12,7%) e delle uova (+14,3%); di contro particolarmente negativo è risultato il saldo del settore birra con un calo del 25,4% (fonte “Bio in cifre 2019” a cura del Sinab).
Andamenti negativi delle produzioni biologiche sono spesso frutto di eventi climatici che hanno impedito ai produttori di offrire i prodotti sui mercati. Rimane tuttavia evidente che i prodotti biologici continuano a presentare trend di vendita elevati rispetto all’agricoltura tradizionale, segno che il consumatore riconosce la validità di questo tipo di prodotto ed è disposto a riconoscere un maggior prezzo per l’acquisto.
Il settore biologico, così come tutti gli innumerevoli prodotti agroalimentari di qualità, necessita di un’attenta salvaguardia dai rischi di frodi e imitazioni. A livello europeo sono riconosciuti e salvaguardati 862 prodotti di qualità italiana, di questi 526 sono riferiti al settore del vino (408 DOP e 118 IGP), 301 al comparto alimentare (167 DOP, 131 IGP e 3 STG) e, infine, 35 al settore dei superalcolici. Per numero di prodotti l’Italia è in assoluto al primo posto in Europa, con una varietà di beni che coprono tutti i settori agricoli
L’Italia ha da tempo predisposto un servizio di tutela e garanzia del suo enorme patrimonio alimentare, poiché i rischi derivanti dai prodotti contraffatti sono molto alti. Questi ultimi arrecano un doppio danno: riducono le quote di mercato dell’originale e, al contempo, ne peggiorano l’immagine, non riuscendo ad essere comparabili per qualità.
Per difendere le produzioni domestiche di qualità, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha istituito l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), che ha come finalità istituzionale quella di contrastare qualsiasi azione che possa comportare un danno per i prodotti di qualità italiani e per la loro immagine sul mercato.
Dall’inizio del 2020 il mondo è investito dall’emergenza epidemiologica COVID-19 che ha comportato gravi danni al settore agroalimentare, riconducibili alla mancanza di manutenzione delle produzioni per assenza di personale addetto e alle mancate entrate dovute alla riduzione delle vendite di prodotti e servizi collegati all’agricoltura. Il problema si è esteso alla quasi totalità dei settori agricoli.
l settore dell’agriturismo, a causa della chiusura delle circa 24.000 strutture, sta subendo danni quantificati in circa 500 milioni di Euro. Il blocco dell’attività ha riguardato un periodo dell’anno particolarmente rilevante per il settore, pertanto gli effetti saranno difficilmente recuperabili.
La mancanza di manodopera provocata dal confinamento ha compromesso le produzioni di frutta e ortaggi, contribuendo ad innalzare i costi di produzione e distribuzione dei prodotti. L’aumento dei prezzi pare non avere influenzato la domanda interna che si mantiene elevata. Gli aumenti di prezzo, tuttavia, avvantaggiano soprattutto i canali distributivi. Il settore aveva già risentito di danni dovuti ad eventi climatici avversi, pertanto la necessità di poter disporre di manodopera appare urgente per evitare danni ancora più consistenti.