REDDITO FLOP, IL PROGETTO NON PARTE

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reddito di cittadinanza

IL PIANO PER INSERIRE I BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA NELL’ASSISTENZA DOMICILIARE É FALLITO.

Niente da fare. Non c’è verso di arruolare i beneficiari del Reddito di cittadinanza per integrarli in lavori socialmente utili a beneficio della collettività. Tra l’altro un piano che era stato predisposto dallo stesso Governo. Così anche sul litorale, a Ladispoli e Cerveteri, può dichiararsi fallito (almeno al momento) questo disegno.

Il reddito di. cittadinanza, specie in tempi durissimi come quelli che si stanno attraversando, è stato molto utile per le persone più svantaggiate. E questo va precisato. Nello stesso tempo però è troppo contorto per come lo aveva concepito il Movimento Cinque Stelle con un rimpallo di competenze tra Comune, centri per l’impiego, navigator e chi più ne ha più ne metta. Morale della favola, si è rivelato finora un provvedimento assistenziale.

E anche a Ladispoli i buoni propositi della scorsa primavera sono naufragati. I primi destinatari avrebbero dovuto fornire assistenza ad anziani e disabili per non lasciarli da soli, aiutarli a fare la spesa, accompagnarli in farmacia o dal medico, o soltanto ascoltare i loro bisogni. Il progetto però, illustrato ufficiosamente nel mese di maggio scorso, ancora non è partito. Un vero flop che sarebbe da addebitare sempre a questo contorto meccanismo burocratico che non ha consentito alla Giunta – come dichiarato pubblicamente – di poter programmare concretamente i primi interventi. I primi dieci, appunto, avrebbero dovuto offrire il loro contributo alle persone più fragili residenti in città. «Purtroppo – ammette Fiovo Bitti, delegato alle Politiche sociali di Palazzo Falcone – tutte le strade tentate finora hanno portato a risultati in linea con quelli della maggioranza dei comuni italiani, risultati purtroppo inferiori alle attese, ma probabilmente gli unici possibili alla luce di quelle che sono le attuali regole».

Oltre il danno, la beffa. Il comune di Ladispoli ha concluso positivamente la fase amministrativa di avvio dei Puc, i cosiddetti progetti utili alla collettività, affidando al terzo settore la realizzazione di una iniziativa a forte impatto sociale. I soggetti nell’elenco avrebbero dovuto prestare servizio per la domiciliare leggera, senza compiti medici, perché non possono sostituirsi né ad infermieri e né a fisioterapisti. La loro presenza tuttavia sarebbe importante nelle varie situazioni quotidiane di anziani e disabili. «Al momento, però – aggiunge sempre Bitti – i posti disponibili sono stati coperti solo parzialmente. Questo perché senza un intervento a monte, diventa davvero difficile individuare le persone da indirizzare verso questo ed altri progetti avviati dagli enti locali. Non tutti i percettori del reddito di cittadinanza sono infatti immediatamente arruolabili, cosa che va anche al di là della volontà del singolo, in quanto la sua attivazione è legata a meccanismi complessi. Una complessità che, per molti versi, sperimentano ogni giorno anche le imprese che vogliono assumere, potendo peraltro contare su importanti incentivi».

Numeri alla mano, prendendo in riferimento i comuni di Ladispoli e Cerveteri, dovrebbero essere circa 600 i cittadini da prendere in considerazione per svolgere delle mansioni a sostegno della collettività garantendo almeno 8 ore settimanali, arrivando ad un massimo di 16 (ad eccezione di studenti, disabili e over 65). Già da un pezzo i comuni li avrebbero dovuti schierati per la pulizia delle strade e delle spiagge in estate, per dare assistenza ai bambini che salgono e scendono dai pulmini scolastici, per la vigilanza dei parchi pubblici o anche per dar manforte agli uffici del municipio in perenne sotto organico.

Ne hanno risentito anche i privati nella stagione estiva per la mancanza di personale in bar, ristoranti e stabilimenti balneari come evidenziato più di una volta dalle varie categorie. Un problema serio che ha spinto molti gestori a “spremere” i propri dipendenti. E proprio il sussidio statale sarebbe per molti una delle cause dell’emergenza con numerosi percettori che per arrotondare preferirebbero accettare delle proposte di lavoro in “nero”. Anche se al contrario in molti si sono lamentati per essere sottopagati. La discussione sul fronte è aperta.