RACCOLTA DELLE OLIVE, C’È POCA MANODOPERA A LADISPOLI E CERVETERI

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MOLTI CITTADINI INDIANI NON VIVONO PIÙ SUL LITORALE, ALTRI NON HANNO IL GREEN PASS PER ANDARE A LAVORARE.

Nuova stagione, è tempo di voltare pagina. E anche di omaggiare la terra ringraziandola per i frutti che dona. Di olive le campagne di Ladispoli e Cerveteri ne offrono pure tante, a quantità industriale. Per la prima volta però rispetto al passato è la manodopera a non essere così fiorente.

Un concetto espresso nella testimonianza del signor Stefano: «Non sono riuscito a trovare qualcuno che raccogliesse le olive dai miei alberi». Un allarme lanciato dal residente dei Monteroni, che sembra essere confermato anche dai numeri. Nelle campagne di Ladispoli il calo della manodopera avrebbe già superato il 30%, secondo le sigle sindacali. Da decenni principalmente cittadini originari dell’India e in parte anche della Romania si occupano di raccogliere frutta e verdura ormai arrivata a maturazione, in questo periodo delle olive per ricavarne l’olio. Di volenterose braccia però neanche a pagarne. Un bel guaio sia per i datori di lavoro delle aziende agricole che per i singoli cittadini. «Posseggo una cinquantina di piante – prosegue il pensionato – e mi sto arrangiando con un parente. Ho chiesto un preventivo ad alcune ditte che operano in modo professionale solo che pretendono il 50% del raccolto. E poi dovrei trovare bravi potatori una volta che le olive saranno tutte staccate dai rami. Fino a due anni fa gli indiani suonavano al campanello di casa offrendo la loro disponibilità, ora non più». Ai tempi della pandemia il lavoro è diventato un rebus anche per gli immigrati. Centinaia di famiglie ai Monteroni comunque si sono rimboccate le maniche per scongiurare perdite nella produzione.

oliveLe cause. Partiamo subito da un dato inerente agli indiani. Nel 2019 all’ufficio Anagrafe del Municipio risultavano regolarmente registrati 368. Di più nell’anno successivo (402) e addirittura in aumento nel 2021 (431). Perciò molti stranieri, non registrati, sarebbero tornati nel loro Paese di provenienza. Il fenomeno della scarsa manodopera sarebbe da addebitare però anche ad altri fattori. «Oltre al tornare o meno in India o in altre nazioni – spiega Roberto Seri, referente locale della Confederazione Italiana Agricoltori – ci pare di aver compreso che non tutti i cittadini stranieri siano muniti del Green pass e da oggi in poi i controlli saranno ferrei. In una fase come questa, dove si devono raccogliere le olive, dover rinunciare al 30%, almeno questa è la stima, condiziona sicuramente il lavoro nei campi agricoli».
Altro fattore da considerare: il reddito di cittadinanza, una opportunità evidentemente per gli ex braccianti e cittadini dell’Est che addirittura sarebbero tornati nei loro Paesi per lavorare e non rinunciare al benefit di un provvedimento del Ministero italiano che alla fine si è rivelato utile veramente a pochi bisognosi, un’opportunità di facile guadagno per i più. E in 2 anni tra l’altro nessun beneficiario del sussidio è stato mai chiamato per rendersi utile alla comunità, come al contrario indicherebbe la normativa. Su questo argomento varrebbe la pena parlarne nelle prossime puntate.
Non è che vada meglio a Cerveteri. Il territorio, esteso in una superficie di 134 chilometri, deve far fronte anche ai tantissimi alberi comunali. Per questo la politica si è attivata predisponendo un bando rivolto a chi intende cimentarsi nella raccolta delle olive e auto-produrre, per uso domestico, dell’ottimo olio a chilometro zero. Individuati i terreni: di fronte al vecchio cimitero di via Rosati, nel parco della Legnara, lungo via Settevene Palo nei pressi della scuola elementare e via Fontana Morella angolo via Martiri delle Foibe. «Cerveteri è una terra ricca di ricorse naturali – sostiene Riccardo Ferri, assessore alle Politiche agricole etrusche – che vede nell’agricoltura una delle sue principali fonti di sviluppo. La manodopera è in forte crisi, si parla di un crollo forse superiore al 30%. Nel nostro piccolo abbiamo la fortuna di avere degli olivi di ottima qualità. Autorizzeremo i cittadini a cogliere le olive favorendo nello stesso tempo la riattivazione di tutte quelle cure di cui le piante hanno bisogno per crescere in salute e mantenere la produzione. L’unico requisito per accedere in un’area di raccolta è la residenza nel comune».

Esistono altri paletti: ad ogni domanda corrisponderanno al massimo cinque piante ed è proibita la presentazione di più istanze da parte di componenti dello stesso nucleo familiare. Per le richieste il tempo è scaduto lo scorso 12 ottobre. «Il frutto della raccolta – conclude Ferri – può essere destinato al solo consumo personale»