Il crollo della vendite dei quotidiani
Tranne qualche perla, il mondo della stampa è in crisi profonda, come profonda è stata la delusione provata nel leggere fiumi di bugie nelle pagine dei quotidiani. Giornalisti comprati illustrava la consuetudine, ora però si pagano le conseguenze.
Dietro al crollo delle vendite dei quotidiani dunque c’è la perdita di fiducia da parte dei lettori, almeno così sembra, è la prima chiave di lettura che viene data al fenomeno che vede le edicole in crisi. (Muoiono due edicole al giorno) Punto di riferimento italiano, l’edicola è l’attività vittima del web prima, dall’inganno poi. E ancora, il progressivo calo delle vendite genera per i giornalisti un processo di precarietà che limita l’autonomia del lavoro, in un vortice senza fine che riconduce alla libertà di informazione verso la quale l’Italia è precipitata quartultima nella classifica europea perdendo 17 posizioni (58° posto). Non solo complicità, i giornalisti ricorrono addirittura l’autocensura per paura di possibili azioni legali nei loro confronti, e per le frequenti minacce ricevute.
I dati a gennaio 2022. Libero e il Fatto Quotidiano in perdita. Il Fatto perde sul campo, anno dopo anno, circa il 20% di copie che, in 10 anni, si quantifica con un crollo del -60%. Il Corriere della Sera fa meno 9% sull’anno. Unica eccezione le poche migliaia di copie guadagnate dalla Verità di Maurizio Belpietro. Complessivamente il calo è stato di altre 150 mila copie, un altro 11 per cento in meno rispetto al 2021. Anno in cui il quotidiano più letto (a settembre 2021) è stato il Corriere della Sera con 255 mila copie cartacee e digitali vendute in media al giorno. Seguono Repubblica con 157 mila e il Sole 24 Ore con 135 mila. (dati di marzo 2022)
Libertà di informazione
Cinquantottesimo posto per l’Italia
World Press Freedom Index