Quel 10% in più di NO a Ladispoli e Cerveteri faccia riflettere Paliotta e Pascucci

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In attesa delle conseguenze del voto referendario di ieri, proiettando il risultato in ambito locale ci sono alcuni dati che balzano clamorosamente agli occhi.

E’ nei numeri la differenza sostanziale di consensi ottenuti dal NO a Ladispoli e Cerveteri, rispetto alla media nazionale, un esito che suona come un messaggio forte e chiaro anche alle amministrazioni comunali. Mentre infatti in Italia il NO, e dunque la bocciatura di fatto del Governo di Centro sinistra, si attestava al 59,11%, a Ladispoli e Cerveteri oltrepassava il 70% dei voti. Un 10% in più di NO che lascia intravedere come il malumore dei cittadini verso chi governa sia palese e palpabile. A Ladispoli e Cerveteri tra pochissimi mesi si vota per il rinnovo dei Consigli comunali, gli elettori dovranno decidere se confermare la fiducia alle amministrazioni uscenti di chiara matrice progressista, oppure intraprendere strade nuove. Sono situazioni differenti tra loro, ma unite dal fatto che la classe politica a livello generale non vive momenti di grande simpatia da parte della gente, chi governa ha sempre una montagna più alta da scalare per conquistare i consensi degli elettori. Ladispoli, come la stampa da tempo sta segnalando all’amministrazione comunale, da mesi vive una situazione complicata, i cittadini chiedono interventi decisi e drastici in settori fondamentali come la pulizia delle strade, il rispetto dell’ambiente, la rete viaria e la sicurezza. Risposte che tardano ad arrivare, ci sono troppi incivili che gettano rifiuti in terra senza essere sanzionati, solo un giro di vite potrebbe far comprendere alla gente che Ladispoli non è una jungla senza regole. Chi ha la memoria storica, ricorda che venti anni fa l’allora amministrazione di Centro destra perse le elezioni comunali soprattutto per lo stato pietoso delle strade che erano dei veri colabrodo. E’ sufficiente fare una passeggiata in una via del centro o della periferia per osservare come la rete viaria sia pietosa. Ecco, se l’amministrazione di Centro sinistra non si mette a correre per aggiustare tutte le strade di Ladispoli, il rischio di perdere ancora più credibilità nei confronti della popolazione è dietro l’angolo. Oltretutto, sia il Centro destra con la nomination di Alessandro Grando, sia il Movimento 5 stelle con la candidatura a sindaco di Antonio Pizzuti Piccoli, sono da tempo in campagna elettorale, manca solo il personaggio indicato dal Centro sinistra per avere il quadro completo degli aspiranti alla vittoria finale. Dalle urne di domenica è uscito un messaggio forte e chiaro che in piazza Falcone tutti dovrebbero aver compreso.

Situazione un po’ diversa a Cerveteri. A primavera il sindaco Alessio Pascucci e la sua maggioranza civica di ispirazione progressista dovranno presentarsi agli elettori per chiedere un secondo mandato, mettendo sul tavolo il lavoro svolto in 5 anni di amministrazione. Il 70% ricevuto dal NO a Cerveteri va letto in modo approfondito, lo stesso sindaco aveva annunciato di non votare SI, mescolando proprio all’ultimo le carte. E’ ovvio che anche Cerveteri ha i suoi problemi, ci sono sacche di malumore evidenti, per Pascucci non sarà quella passeggiata che qualcuno aveva profetizzato. Vero anche che gli avversari del sindaco nelle urne per ora non si sono palesati, nel Centro destra è scoppiata la guerra intestina a colpi di mozioni di sfiducia, polemiche ed attacchi roventi. Il Movimento 5 stelle ancora non si riesce a comprendere da chi sia rappresentato a Cerveteri, essendo attivi almeno tre gruppi che fanno riferimento a Grillo, ma che sembrano non amarsi troppo reciprocamente. Caso a parte il Partito democratico che vorrebbe sostenere Pascucci ma deve lottare con una componente interna che invece chiede le primarie e propone Tidei come candidato a sindaco. Una situazione in movimento continuo, ma quel 70% deve far riflettere profondamente tutti.