di Alberto Sava
Ognuno di noi (specie chi è in età avanzata; i giovani sperano sempre che dovrà arrivare) ha eletto un particolare momento della propria vita come il migliore tra quelli vissuti. Ugo Russo, storica voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” e giornalista con 52 primavere di carriera alle spalle, ha scelto senza dubbio alcuno gli anni ‘60 e negli accostamenti fatti nel suo nuovo libro con l’epoca attuale dimostra con aneddoti (molti inediti), racconti e situazioni quanto fosse da preferire quel tempo andato in tutte le argomentazioni, e non solo di carattere sportivo. E ciò non avendo tutto quello che si possiede ora, ultima generazione in primis. Però, c’erano beni più grandi che facevano sentire le persone dei re: i valori, l’amicizia vera, il rispetto, il culto della famiglia, una scuola e una sanità su cui contare, persino la genuinità di ciò che si mangiava.In questo suo sesto libro l’autore, che sua radiocronaca in Rai ha commosso tutti gli italiani, sportivi e non, ed è entrato definitivamente nei loro cuori, torna a suscitare sentimenti ed emozioni, specialmente in tutti coloro che quegli anni li hanno realmente vissuti, con la speranza che la lettura del testo anche da parte delle “nuove leve” possa far trarre insegnamento sul modo più giusto e pulito di percorrere la loro esistenza e far acquisire agli stessi giovani quel pizzico di modestia in più che non guasta mai.Come in molti dei suoi lavori precedenti lo scrittore si avvale di prefazioni e ricordi di grandi nomi, diventati suoi carissimi amici in tanti anni di carriera. E’ così anche questa volta con gli interventi di Don Backy, Sandro Mazzinghi, Sandro Mazzola e Carlo Romeo; vissero momenti fulgidi in quegli anni e li ricordano in questo libro.“Quanto erano belli gli anni Sessanta” è forse il volume più riuscito di Russo, su cui ha lavorato in maniera certosina nella ricerca di dati e storie mai pubblicati prima. Oltre a riportare ciò che i “suoi” anni ‘60 gli hanno raccontato. Fin qui la recensione del libro alla quale desidero aggiungere un mio personale contributo. No so dire se solo per via del mio rapporto di stima ed amicizia con l’autore libro o anche per il grande richiamo degli anni ’60, gli anni della mia gioventù. Ottima la scelta di narrare quel decennio irripetibile:tutto filava sui binari della crescita e della scoperta, della voglia di fare e della voglia di sperimentare. Molto era alla portata di tutti e bastava volerlo veramente per agguantare sogni e speranze. Nessuno regalava niente ed a differenza di oggi, per un giovane di fine anni ‘60 affrancarsi dalla famiglia di origine era l’unica strada per realizzarsi,ma questo apparteneva al mondo degli adulti che fanno famiglia.Già nasceva un nuovo decennio.