IL MARTIRIO DI PALIDORO E L’INCHIESTA DE “L’ORTICA” – OGGI LA COMMEMORAZIONE

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L’inchiesta, condotta dalla nostra Dora Scalambretti a partire dal settembre 2017, ricostruì il periodo delle stragi compiute dai nazisti nel nostro territorio durante la seconda guerra mondiale, risolvendo il caso nel febbraio 2018. La redazione tutta esprime il proprio apprezzamento per la cerimonia di commemorazione dell’evento organizzata dall’ANPI, che avrà luogo oggi 1 ottobre, alle ore 11,00, nel Borgo di Palidoro.

di Dora Scalambretti

Nel 1994, a Palazzo Cesi a Roma, in uno sgabuzzino della cancelleria della procura militare, viene trovato dal procuratore Antonio Intelisano, un armadio con le ante rivolte verso il muro. Dentro ci sono 695 fascicoli archiviati provvisoriamente dal 1960, tra cui un promemoria dei servizi britannici (top secret) Altrocities in Italy, una raccolta sui casi di violenze nazifasciste che tratta di 15 mila morti ammazzati. E’ grazie al giornalista dell’Espresso, Franco Giustolisi, che il 9 Novembre del 2000, scrivendo un articolo “L’Armadio della Vergogna”, ci sarà una Commissione Giustizia della Camera dei Deputati per l’occultamento dei fascicoli.

Non vi riportiamo le ragion di stato che hanno portato all’occultamento, ma vogliamo raccontarvi una delle storie di quei fascicoli che riguarda il nostro territorio. I ragazzi di questa storia, sono stati cercati anche tramite il nostro sito www.orticaweb.it quando, il 23 settembre, abbiamo lanciato un appello chiedendo se qualcuno conosceva i nomi e la provenienza dei due ragazzi uccisi insieme a Pietro Fumaroli. E’ un fascicolo di 14 pagine dove sono riportate le testimonianze dei sopravvissuti alla strage di Palidoro. Erano le tre del pomeriggio del 23 Settembre del 1943, i tedeschi rastrellarono nelle campagne tredici civili per dei lavori, togliere un reticolato, scavare una trincea e sistemare un camminamento. I lavori richiedono parecchi giorni ,nella notte del 30 ,tre di loro, i fratelli Mario e Olindo Battistelli e il loro amico Alfredo Cerulli, decidono di scappare. La mattina dopo i tedeschi, rendendosi conto della fuga, decidono di fare rappresaglia. Lo fanno con un gioco crudele, quello dei fiammiferi che verranno accesi e i primi che si scotteranno e li faranno cadere, verranno uccisi. Solo che, dei 10 fiammiferi tenuti in mano dal sergente, ce ne sono tre più corti. Quindi i tre che li prenderanno sono condannati . Saranno Renato Rosata, Pietro Fumaroli e Giuseppe Canu. All’inizio questi ragazzi ventenni non comprendono l’atrocità del gioco, ma quando lo comprendono il pallore e il terrore della morte dei tre destinati s’impadronisce del loro volto, gli altri supplicano, pregano di poter rintracciare i tre fuggiaschi ma nessuno li ascolta. La morte avverrà pochi minuti dopo, con un plotone armato, alla Torre di Palidoro, lo stesso luogo dove poche ore dopo verrà fucilato Salvo D’Acquisto. Gli altri saranno obbligati a guardare e a ricoprire di terra i morti . Tre giovani vite spazzate via così. Parliamo di un diciannovenne studente di Civitavecchia Renato Posata alla quale è stata dedicata una scuola come a Ladispoli e’ dedicata la scuola del ventenne Pietro Fumaroli. L’Altro, Giuseppe Canu, giovane ventiquattrenne di Sassari. Siamo venuti a conoscenza che ANPI di Ladispoli e Cerveteri , ha richiesto al sindaco di Fiumicino, di mettere una lapide, un cippo o un monumento, a memoria storica dell’accaduto nel luogo dell’assassinio. Oltre a loro c’è una storia che in molti non conoscono, riguarda la strage dei pastori di Tolfa. Era il 16 Novembre del 1943 Luigi Trinetti, guardiano dell’università agraria, viene convocato dal comando germanico, per accompagnare nella località Casalone un gruppo di soldati armati. Arrivati in una stalla isolata , con una mitragliata vengono uccisi quattro pastori Sante Emiliani, Carlo Belfiore, Angelo Paciorna e Luigi Gabrielli cugino del custode che aveva accompagnato i tedeschi.

Conosciamo le ragion di stato che hanno portato all’occultamento dei documenti per tutti questi anni, non sta a me poter giudicare, ma di una cosa sono certa, mai e poi mai dovrebbero sparire documenti così importanti. E’ una questione di giustizia storica e umana. E’ una questione di memoria storica, per non dimenticare e fare in modo che ciò non accada mai più. Parliamo di quindicimila morti che non hanno avuto ne giustizia e ne memoria perché troppo tempo è passato per rintracciare i colpevoli. Ai quali sono state intestate scuole, ma quanti studenti ne conoscono la ragione? E quanti ancora conoscono l’armadio della vergogna? Nessuno ne sono sicura , come sono sicura che la storia della preistoria e del Medio Evo, invece, la conoscono molto bene. Ma oggi cosa sarebbe più importante conoscere?