Quando il diario scolastico era Patriottico

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Oggi siamo abituati a comprare ai nostri figli diari colorati, di marca, con i glitter, i brillantini, da decorare, coordinati con la cartella e chi più ne ha più ne metta. Ma non è stato sempre così.

di Pamela Stracci ©

Nel periodo tra la prima e seconda Guerra Mondiale, il diario scolastico era solo di un tipo: il Diario scolastico Patriottico. Mi sono imbattuta di recente in un taccuino stampato di grandi dimensioni: il “Diario scolastico patriottico con illustrazioni della Grande Guerra ad uso delle Scuole Secondarie”. Copertina color azzurro polvere, le pagine interne sono completamente stampate con immagini commentate e con i giorni dell’anno predisposte con tabelle per inserire le materie di studio e i compiti assegnati. Non è di certo il classico diario che conosciamo, spensierato e colorato. Già dalla copertina si sente il peso della storia, un monito: “Il dovere sia la tua legge e la fede la tua forza e la coscienza il tuo premio: il tuo cammino sia nella vita e la tua meta oltre” .

Ma vi siete mai chiesti quali erano le materie che i ragazzi del tempo, i nostri bis bisnonni oramai, studiavano in questo particolare periodo storico? Scorrendo le pagine ingiallite, scritte con penna e calamaio ancora dal tratto vivido e tenace, sono scritte le materie: vicino a quelle classiche come le Lettere, l’Antologia, la Storia e la Grammatica, la Matematica, il Disegno, la Religione, la Educazione fisica e la Ginnastica e il Francese c’era anche il Latino e l’Arabo.

Lo scopo di questo diario, era quello di far apprendere ai “giovinetti” e alle “fanciulle” delle scuole medie le “fatiche per far riconquistare all’Italia la gloria e le terre durante la prima Guerra Mondiale preparando al contempo i giovani anche a possibili conflitti futuri”. Nelle immagini in bianco e nero, di cui è pieno questo registro giornaliero, si susseguono infatti fotografie con scene di guerra e di morte, di opere di costruzione, di soldati ma anche di donne considerate come parte attiva per la difesa della patria e dei figli.

Sebbene questa realtà fortunatamente non ci appartenga più, questo diario rimane una testimonianza di un tempo che fu.