QUANDO IL DANNO AL CUORE PORTA ALL’INSUFFICIENZA CARDIACA

0
1169
cuore

Il cuore non ce la fa. E’ lui il motore, la locomotiva della rete stradale della circolazione sanguigna, se non ce la fa, se non riceve ed espelle sangue l’organismo si scompensa, vi è quello che ora è chiamato insufficienza cardiaca, e, prima ancora, scompenso cardiocircolatorio.

vaccini
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Attualmente si parla di più di insufficienza perché va diagnosticato prima il danno cardiaco. Occorre individuarlo, diagnosticarlo, curarlo proprio per non arrivare allo scompenso.

Nella seconda metà del secolo scorso, più precisamente da quando ero uno studente di Medicina, agli inizi degli anni 70, , sia in ospedale, che all’Università, soprattutto nella pratica professionale “ di frontiera” ho visto un numero notevole di casi di scompenso cardiocircolatorio. “Di frontiera”, io la chiamo cosi perché non mi ci riconosco nel termine “medico di base” (ma di quale “cacchio di base” … e su quali basi?), nel “medico di famiglia” (ma di quale famiglia stiamo parlando?).

 

Scusatemi ma è … più forte di me. Dicevo dello scompenso cardiaco, quello del danno cardiaco avanzato con i suoi classici sintomi (dispnea anche a riposo, dispnea parossistica notturna, ortopnea, astenia marcata …) e classici segni (edemi declivi degli arti inferiori, turgore delle giugulari) lo riscontro di rado, di gran lunga molto meno. E’ più facile diagnosticare un’insufficienza cardiaca, un cuore che “non pompa bene”.
Quali sono le cause?
Sono diverse le patologie cardiache primarie (molto più rare quelle extracardiache, secondarie) che provocano questa incapacità del cuore di immettere sangue in circolo ad una velocità tale da soddisfare le richieste dei tessuti periferici.

Le patologie cardiache?
Infarto del miocardio, ipertensione sisto – diastolica prolungata nel tempo, le malattie valvolari, le miocardiopatie (dilatative, restrittive, ipertrofiche), le malattie del pericardio. Nel 75% dei casi, soprattutto negli anziani,è la cardiopatia ipertensiva l’eziologia dell’insufficienza cardiaca. L’ipertensione arteriosa, curata in tempo con terapia antipertensiva (ace inibitori, diuretici, calcio antagonisti e, anche, b-bloccanti adrenergici) non solo non provoca ipertrofia cardiaca ma, se presente in forma non severa (importanza dell’ecg e dell’ecocardiogramma colordoppler), può persino regredire con miglioramento della funzione diastolica. Ma procediamo con ordine.

Come sempre in medicina si parte dall’anamnesi, della semeiotica e dall’esame obiettivo (visita medica). Poi se si sospetta una cardiopatia occorre un’accurata visita cardiologica con elettrocardiogramma. In fase anamnestica le quattro domande basilari che faceva il professor Michele Pistolese (primario cardiologo al S. Filippo Neri) erano le seguenti:
1) Ha mai perso conoscenza (sincope)?
2) Ha mai avuto dei dolori al petto o alla bocca dello stomaco (epigastrio) costrittivi, pressanti? Quanto sono durati? Si sono irradiati al collo o al braccio sinistro?
3) Ha affanno (dispnea) da sforzo lieve o anche a riposo? E’ spesso notturna tanto da svegliarsi e mettersi seduto sul letto?
4) Ha mai accusato cardiopalmo (batticuore), palpitazioni, senso di “sfarfallio” al petto, sensazione di perdita di un battito cardiaco?

Una griglia di quattro domande basilari, una “rete di pescatori” tale da non lasciare sfuggire nemmeno i pesciolini, perché è a maglie molto strette.

Se si sospetta una valvulopatia è necessario un’ ecocardiogramma (il prof. Pistolese chiamava la dottoressa Iesi, anche se sapeva in anticipo la diagnosi, solo per avere la conferma; il prof. Armando Dagianti, primario della prima cattedra di cardiologia all’Università La Sapienza, chiamava la dottoressa Sciommer; chi scrive si rivolge alla collega cardiologa Eleonora Ficarra, competente come pochi).
Sospetto invece una cardiopatia ischemica?
E’ necessario oltre all’ecg e all’ecocuore anche spesso una scintigrafia miocardica. Se all’ecocardio vi è una diminuzione della frazione di eiezione (Fe bassa) posso parlare di insufficienza sistolica, se invece la frazione di eiezione è normale, ma vi è un’alterazione del rilasciamento cardiaco, posso asserire che vi è un’insufficienza diastolica; se infine vi è una normale funzione sia sistolica che diastolica occorre approfondire la patologia con un test provocativo cardiaco o con una coronografia (cateterismo cardiaco).
Sospetto che la causa, come prima dicevo, sia dovuta all’ipertensione arteriosa? Oltre all’ecg, sempre l’ecocardiogramma mi può segnalare una disfunzione sistolica o diastolica.
Sovraccarico di volume o di pressione? Se la causa resta sconosciuta?
Sempre l’ecocardiogramma (quanto è importante che sia in buone mani!) può evidenziami una miocardiopatia dilatativa (miocardite acuta post virale?), restrittiva, costrittiva,ipertrofica.
Se invece, alla fine, è tutto normale all’ecocuore? Allora è necessaria la coronarografia destra e sinistra.
Tutto qui? No devo anche prendere in considerazione, se tutto è nella norma, le cause non cardiache dello scompenso.

P.S. Borsista in cardiologia presso il reparto del prof. M. Pistolese (ospedale S.Filippo Neri) nel 1978.