QUANDO AUMENTA DI VOLUME (SPLENOMEGALIA)
Patogeni (non solo agenti infettivi ma anche dismetabolici, neoplastici etc) che invadono i tessuti del corpo umano e patogeni presenti nella circolazione sanguigna, nel torrente umano. Chi li ferma? Chi li combatte?
Nel primo caso sono i linfonodi, distribuiti in stazioni ben dislocate nel corpo, gli organi specializzati a scendere in campo; nel secondo è la milza l’organo linfoide deputato a questo scopo.
In questa guerra difensiva la milza è equipaggiata in modo efficiente e razionale:
1) possiede, come il linfonodo, truppe specializzate nella sintesi di anticorpi in aree chiamate “follicoli”.
2) amplifica le cellule T (timo dipendente) antigene – specifiche in zone strategiche quali i “manicotti linfatici periarticolari” (ossia attorno alle arterie che si sfilacciano all’interno dell’organo).
3) la rimozione di antigeni corpuscolari e batteri già agganciati agli anticorpi è affidata a corpi speciali di pulizia grazie ad un sistema reticoloendoteliale molto ben sviluppato ed attrezzato ove operano i “macrofagi” capitanati da “splenociti”, grandi ufficiali macrofagici che dirigono le operazioni difensive, una specie di centroaerea, all’interno della milza.
In questo organo vitale, di 12 cm di lunghezza e 7 cm di larghezza, sito sotto le coste dell’emitorace sinistro, il flusso sanguigno rallenta, il sangue scorre piano perché i patogeni, i nemici, gli estranei, vengono intercettati, filtrati, perquisiti. Vi è poi uno specie di forma di controllo sui globuli rossi circolanti: quelli vecchi, rigidi, non più deformabili vengono distrutti. Non solo. Vengono rimosse dalle cellule le inclusioni di patogeni che vi albergano come ad esempio nella malaria (processo chiamato “pitting” enucleare).
La milza, oltre a tutto ciò, in particolari condizioni è in grado di generare cellule emopoietiche (globuli rossi, bianchi, piastrine) prendendo il posto, vicariando, il midollo osseo. Conoscere la milza è essenziale per un medico. Durante la visita il paziente deve essere disteso sul lettino in decubito laterale destro. Il sanitario con la digitopercussione mette in evidenza la tipica ottusità plessica tra la IX e l’XI costola. Ciò è necessario perché generalmente la milza non è palpabile. Comunque un tentativo va fatto: si palpa meglio a paziente supino con le ginocchia flesse e quando si abbassa durante l’inspirazione profonda. Manovre queste quasi del tutto desuete, abbandonate . Eppure a parte l’impegno e l’esperienza del medico, non costano niente. Si ricorre all’ecografia oppure alla molto più costosa TC. Una milza ingrossata, ossia una splenomegalia, è una minaccia, un segnale importante riguardo lo stato di salute.
Come può accadere? (Harrison principi di Medicina Interna. Il manuale). Una milza palpabile che superi gli 8 cm al di sotto dell’arcata costale sinistra (splenomegalia massiva) sta ad indicare una malattia grave, linfo o mieloproliferativa. Siamo, in questa evenienza, nell’ambito delle splenomegalie neoplastiche. Non solo quelle sopracitate (linfo – mieloprolifere acute e croniche) ma anche emangiolinfosarcoma, metastasi di neoplasie non ematologiche(il più frequente è il melanoma).
Nel caso delle splenomegalie congestizie e fibro – congestizie oltre all’ipertensione portale, vi può essere un’atonia primitiva dell’apparato arteriolare della milza, un morbo di Banti (fibrosi splenica ed epatica simil cirrotica) oppure infine una trombosi della vena cava o splenica (aggettivo derivati dal greco e significa appunto milza) con decorso acuto, subacuto e cronico. Se acuto vi può essere febbre, ascite e melena. La splenomegalia è un tema complesso perché varia è la sua eziologia: infettiva – parassitaria ;congestizia; dismetabolica, neoplastica, da anemia emolitica (processo chiamato “pitting” enucleare).
La milza, oltre a tutto ciò, in particolari condizioni è in grado di generare cellule emopoietiche (globuli rossi, bianchi, piastrine) prendendo il posto, vicariando, il midollo osseo. Conoscere la milza è essenziale per un medico. Durante la visita il paziente deve essere disteso sul lettino in decubito laterale destro. Il sanitario con la digitopercussione mette in evidenza la tipica ottusità plessica tra la IX e l’XI costola. Ciò è necessario perché generalmente la milza non è palpabile.
Comunque un tentativo va fatto: si palpa meglio a paziente supino con le ginocchia flesse e quando si abbassa durante l’inspirazione profonda. Manovre queste quasi del tutto desuete, abbandonate . Eppure a parte l’impegno e l’esperienza del medico, non costano niente. Si ricorre all’ecografia oppure alla molto più costosa TC. Una milza ingrossata, ossia una splenomegalia, è una minaccia, un segnale importante riguardo lo stato di salute. Come può accadere?. (Harrison principi di Medicina Interna. Il manuale).
Una milza palpabile che superi gli 8 cm al di sotto dell’arcata costale sinistra (splenomegalia massiva) sta ad indicare una malattia grave, linfo o mieloproliferativa. Siamo, in questa evenienza, nell’ambito delle splenomegalie neoplastiche. Non solo quelle sopracitate (linfo – mieloprolifere acute e croniche) ma anche emangiolinfosarcoma, metastasi di neoplasie non ematologiche(il più frequente è il melanoma). Nel caso delle splenomegalie congestizie e fibro – congestizie oltre all’ipertensione portale, vi può essere un’atonia primitiva dell’apparato arteriolare della milza, un morbo di Banti (fibrosi splenica ed epatica simil cirrotica) oppure infine una trombosi della vena cava o splenica (aggettivo derivati dal greco e significa appunto milza) con decorso acuto, subacuto e cronico. Se acuto vi può essere febbre, ascite e melena. La splenomegalia è un tema complesso perché varia è la sua eziologia: infettiva – parassitaria ;congestizia; dismetabolica, neoplastica, da anemia emolitica.