PSAS/PGAD

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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

In questo articolo voglio parlare di un’altra patologia femminile intima poco conosciuta: la PSAS o PGAD (sembra che anche i maschi ne possano soffrire). Le donne affette da questa patologia provano estrema vergogna perchè pensano di essere malate o deviate sul piano sessuale. La PSAS, “Sindrome da Ecittamento Sessuale Permanente” o il PGAD, “Disordine da Eccitamento Genitale Permanente” sono completamente diversi dalla Ipersessualità. Una donna con Ipersessualità descrive un forte eccitamento, una sessualità molto varia e florida, molte fantasie sessuali anche nella quotidianità e al di fuori dell’atto sessuale vero e proprio. La donna con l’Ipersessualità sente l’appagamento dopo aver raggiunto l’orgasmo e sente che la sessualità le appartiene è sua (ha una sessualità ego-sintonica). Le donne con la PSAS/PGAD provano un corredo di sintomi che non riconoscono come propri (sessualità ego-distonica), che sono automatici e fuori dal loro controllo: sono continuamente eccitate a livello genitale, senza che questa eccitazione sia collegata ad uno o a più stimolo sessuali o stimoli che possono essere interpretati come tali. Le donne con la PSAS/PGAD arrivano a provare anche 200 orgasmi al giorno che vengono percepiti come invadenti, autonomi, sgradevoli e al di fuori del loro controllo; un altro grosso problema è che manca la fase di soddisfacimento post-orgasmico che qualsiasi persona prova. Qualsiasi vibrazione (per es.: la vibrazione minima dell’auto o del motorino) possono dare il via al corredo sintomatologico della PSAS/PGAD senza, come ho detto prima, una risoluzione appagante vera e propria. Il risultato di questa situazione sono un continuo stato di tensione, di irritabilità, di nervosismo, di imbarazzo, di vergogna. Essendo questo un disturbo di cui si sta parlando solo da meno di 10 anni, non si conoscono ancora le cause certe ma solo la descrizione: si parla di un corredo di “spasmi costanti di uno o più muscoli della regione pelvica” che sembrano “collegati con un nervo che causa sensazioni di formicolio” che arriva ai genitali; la necessaria conseguenza è il dover procurarsi/raggiungere un orgasmo che, però, mantiene una situazione di soddisfazione brevissima per poi ricominciare nello stesso modo e con le stesse sensazioni in pochissimo tempo. Prima che venga effettuata una diagnosi certa, passa molto tempo: per la donna che soffre di questo disturbo è difficile uscire allo scoperto e raccontarsi. Ricordiamo che la sessualità è ancora velata di vergogna e tabù in una situazione di normalità; queste manifestazioni, in più, ricordano una sessualità strana e patologica che, fino a poco tempo fa, veniva punita e schernita pesantemente. Quando, poi, la donna prende il coraggio è difficile trovare l’esperto giusto. Oltre alla sintomatologia fisica provata, si manifestano nella donna delle conseguenze psicologiche e comportamentali importanti: 1- un progressivo cambiamento dello stile di vita caratterizzato da a) ritiro sociale, non solo per vergogna ma per il mancato controllo del problema e da b) un restringimento del suo raggio d’azione all’esterno (i viaggi, per esempio, in treno, aereo, auto, metro diventano un grave problema e devono essere ridotti in frequenza ed accorciati nella durata); c) conseguenze lavorative, famigliari, coniugali, ecc. 2- un progressivo ma considerevole abbassamento del tono dell’umore. Il passo importante è trovare la soluzione che, per ora, non c’è. Sembra, comunque, che le persone con questa patologia abbiano trovato una sorta di sollievo con lunghi bagni caldi, profondo rilassamento e con la meditazione: tutte queste soluzioni procurano un forte rilassamento muscolare e mentale.

 

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Cerveteri – via Prato del Cavaliere, 5
Ladispoli – via Ladislao Odescalchi, 27
Roma – via dei Camillis, 8 (metro Cornelia)

Cell. 338/3440405