Sono state evidenziate le “menzogne” dei familiari che, secondo la Corte, avevano lo scopo di “adeguarsi il più possibile alle dichiarazioni di Antonio Ciontoli”
«Sono state pubblicate le motivazioni e la Corte di Assise di Appello bis, laddove possibile, ha ricostruito i fatti in maniera analitica, con perfetta padronanza degli atti. Sono state evidenziate le “menzogne” dei familiari che, secondo la Corte, avevano lo scopo di “adeguarsi il più possibile alle dichiarazioni di Antonio Ciontoli”. In relazione all’atteggiamento degli imputati i Giudici hanno parlato di “vera a propria crudeltà” e di “depistamenti” avvenuti attraverso la pulizia delle armi e del sangue, le menzogne ai soccorritori e gli accordi sulle versioni da dare.
Tutte cose che abbiamo sempre detto e pensato e che ora, finalmente, emergono con chiarezza in una sentenza. Ora attendiamo, con più serenità, il definitivo verdetto della Cassazione per dire che Marco ha avuto la migliore Giustizia umanamente possibile. Certo, non sarà facile dimenticare chi ha affermato che quel colpo d’arma da fuoco e quella ferita non erano stati avvertiti neppure dal povero Marco perché, altrimenti, “sarebbe stato lui a sollecitare i soccorsi”. In ogni caso non verrà lasciato nulla di intentato affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità. Dovrà assumersele anche chi è stato sentito come testimone innanzi alla Corte che, in relazione a quanto è stato detto, ha parlato di “assoluta assenza di credibilità” e di “propensione alla reticenza”. Non ci si può rassegnare al perenne oltraggio della verità e verrà fatto tutto il possibile per farne emergere ancora un altro pezzo».