“Quando posso scappo a Bracciano”

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Sin dai tempi dell’asilo voleva diventare attrice, ora Valentina Ghetti è una delle show girl più apprezzate dalla televisione e dal cinema

di Paola Stefanucci

Biondissima, sorriso smagliante, strappa risate e ammirazione ai telespettatori in programmi comici di culto (Eccezionale veramente e Colorado) ma certo Valentina Ghetti  si fa apprezzare su tutte le ribalte.

Compreso il grande schermo, dove appare, nel ruolo di una  severa e intransigente insegnante, nell’ultimo lungometraggio firmato dal regista Guido Chiesa, “Classe Z”, uscito il 30 marzo scorso e ancora ai primi posti tra i film più visti (e graditi) .

Nata a Forlì, nel cuore della Romagna, classe 1987, Valentina vive da  dodici anni  nella Capitale.  Raggiunta la maggiore età e conseguito- ci ha raccontato-  il diploma di maturità classica,  si è messa “in marcia”  verso Roma.

Nello zaino: un sogno (fare l’attrice) e tanta determinazione e grinta.  Oltre alla consapevolezza che il talento si coltiva giorno per giorno:  ha cominciato infatti,  a 15 anni, a studiare  danza, canto e recitazione al “Meeting centro d’arte” nella sua città. La sua dedizione all’arte dello spettacolo è totale, ma nel suo percorso formativo spicca anche un diploma di laurea al Dams  all’Università Roma Tre.

Nonostante sia incalzata da numerosi impegni, Valentina accetta con entusiasmo quest’intervista con L’Ortica. E via alle domande…

Valentina, è pronta? 

Sì, eccomi.

Parliamo subito di “Classe Z”…

Cominciamo dall’appello…

Cominciamo dal successo del film… cui ha contribuito anche la professoressa Bonelli, da lei interpretata.

La pellicola narra la vicenda di un gruppo di ragazzi dal bassissimo rendimento scolastico che all’ultimo anno di liceo viene relegato in una nuova classe creata appositamente per  loro che non hanno voglia di studiare. Io ho lavorato su un personaggio con una chiara indole dispotica. La Bonelli è membro della Commissione di valutazione degli studenti (che dovrà dar conto dell’operato al commissario esterno, Antonio Catania), capitanata dal preside, Alessandro Preziosi.

Una curiosità: cosa  insegna la docente, temutissima dai liceali?

Matematica.

Lei invece, sappiamo, ha una solida formazione umanistica…

Ma do anche i numeri – scherza.

Oltre ad Alessandro Preziosi e Antonio Catania, chi altro c’è con lei nel cast?

Andrea Pisani, Greta Menchi, Enrico Oetiker, Alice Pagani, Luca Filippi

Il film è denso di battute memorabili. Ce n’è una – pronunciata da uno studente sollecitato dal professor Andreoli (Andrea Pisani) – già  “storica”…

Sì: “Dante è famoso grazie a Be… -A Benigni!”.

Valentina, è vero che la sua passione per la recitazione – prime esibizioni incluse – risale ai tempi dell’asilo.

Galeotte, le recite all’asilo! All’asilo le suore ci facevano mettere in scena storie prevalentemente prese dall’agiografia (la vita dei Santi). Il teatro mi ha “seguìto” anche alle scuole elementari. La mia maestra era moglie di un attore e, forse per questo, spesso accompagnava tutti i bambini a teatro. Tra gli spettacoli della mia infanzia ricordo “Cipì”, tratto dal libro di Mario Lodi – anche questa una storia che ha come cornice un’aula scolastica – e la mia meraviglia nel vedere come recitando ci si potesse trasformare in un passerotto, un gatto, una fatina…

Una meraviglia che mi ha catturato sin da allora e, ormai, è troppo tardi per  porvi rimedio.

Come è nato il duo comico Fabio Baldieri e Valentina Ghetti?

Per una fortunata coincidenza. Presentavo una serata a Ostia. Tra gli ospiti c’era Fabio, che aveva già lavorato a Colorado Off. Il giorno dopo mi ha proposto la sua idea. Al mio sì, abbiamo partecipato ai provini per “Eccezionale Veramente”…

Il resto della storia – dell’esilarante coppia sadomaso-  è noto. Qual è il segreto per far ridere? 

Per far ridere ci vuole autocritica e (auto)ironia. E’ la (nostra) fragilità che scatena la risata. E soprattutto – ci tengo a dirlo – si può far ridere senza essere volgari.

Tempo libero ne ha?

Quando posso, scappo a Bracciano, prediligo il lago al mare. Oppure a bordo della mia Smart percorro l’E45 per raggiungere a Forlì  i miei genitori e i miei nonni anche solo per il tempo di un bacio.