NESSUN PASSO IN AVANTI DOPO LA CRISI NONOSTANTE LA RENDICONTAZIONE DI BILANCIO VOTATA ANCHE DAI DISSIDENTI.
Tanto rumore per nulla. Ma quella di lunedì scorso, nell’aula consiliare del Granarone, è parsa più una tregua a tempo. Dove il timer per la miccia politica, da un momento all’altro, potrebbero attivarlo i civici dissidenti.
Ricordiamoli: Alessandro Gazzella, Claudio Nucci, Maria Antonietta Pilu, Anna Mastrandrea, Adele Prosperi (Governo Civico); Carmelo Travaglia, Antonella Di Cola e Angelo Galli (Cerveteri Democratica). Saranno questi 8, salvo clamorosi sviluppi, tra cui ad esempio le possibili dimissioni stesse del sindaco Elena Gubetti (che però ha chiaramente dichiarato di non volerlo fare perché «un capitano non lascia la nave»), a determinare il futuro politico di Cerveteri.
Un futuro non limpido, anzi la nebbia ha preso il sopravvento dopo le accuse reciproche all’interno della maggioranza e la fase di stallo che rischia di far precipitare nel baratro una città, più di quanto non sia già in difficoltà. E allora la “nottata è passata”, anche i dissidenti hanno votato favorevolmente il tanto temuto bilancio, con precisione la rendicontazione del 2023.
Che poi, a pensarci bene, forse non era nemmeno poi tanto dubbio, prendendo in riferimento le parole di Lamberto Ramazzotti, consigliere d’opposizione: «è il vostro bilancio, sono i soldi spesi da voi, e ora ve li votate. Noi non li votiamo». Per certi versi è stato uno show l’ultimo consiglio comunale. «Non si può andare da nessuna parte con soli sette consiglieri – ha dichiarato ancora Ramazzotti – i panni sporchi potevate lavarli in famiglia. A noi le elezioni non fanno paura, anzi si tornerebbe alle urne ad ottobre».
Perché in fondo, nonostante il presidente della massima assise Carmelo Travaglia (dissidente pure lui) invitasse i colleghi a non parlare della crisi politica in corso, quasi nessuno lo ha preso alla lettera. Emanuele Vecchiotti, sempre di minoranza, si è attenuto a parlare dei numeri, con l’assessore Alessandro Gnazi pronto a fornire i chiarimenti e con Giuseppe Zito del Pd che moderatamente è tornato a invocare l’abbassamento dei toni della polemica. Invito cestinato da quasi tutti. Come da Alessandro Gazzella, ad esempio. «Le scelte portate avanti non sono state fino in fondo condivise con tutti i consiglieri comunali. Il rendiconto è un atto che viene votato in seduta ordinaria con una scadenza perentoria del 30 aprile. I consiglieri devono essere messi nelle condizioni di assumersi la responsabilità. Questo è un giorno importante per Cerveteri. Se il rendiconto non passa, parte un percorso che porta allo scioglimento del consiglio comunale».
Gubetti ha comunque risposto al fuoco tornando nello stesso tempo a cercare punti d’unione. «Io ho una responsabilità maggiore della vostra perché ho chiesto ai cittadini di votarmi. Ad oggi sono il capitano di questa nave e il capitano non abbandona mai la sua nave. Non la abbandono nemmeno in questo momento perché sono certa che riusciremo, con tutta la squadra di governo, a riportarla in un porto sicuro dopo aver affrontato la tempesta».