Enel si aggiudica 4 miliardi dei fondi PNRR nelle gare per progetti relativi alla missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, ma a Civitavecchia nulla.
Questa è la incredibile notizia diffusa dal direttore Italia di Enel Nicola Lanzetta, che aggiunge: “il 30 e il 31 marzo sono stati aggiudicati i progetti per produrre idrogeno verde e che permetteranno di valorizzare aree in cui sorgono centrali termoelettriche in dismissione: quella di Rossano (Calabria), la Federico II di Brindisi e la Eugenio Montale di La Spezia. In ciascun bando, Enel si è aggiudicata il primo posto nella graduatoria di merito”.
Dunque per Civitavecchia, il più grande sito nazionale di produzione elettrica, Enel non presenta alcun progetto per la transizione energetica, dimostrando di non interessarsi delle conseguenze dell’uscita dal carbone della centrale TVN fissata al 2025.
Abbandona a se stesso il territorio, da cui ha tratto profitti miliardari inquinando per decenni con conseguenze pesantissime su ambiente e salute, lasciando infine un vuoto occupazionale di oltre 1000 posti di lavoro.
Enel fa il suo mestiere, fa profitti aziendali scaricando sul territorio i costi sociali, senza che i nostri amministratori, responsabili politici ed istituzionali, abbiano niente da obiettare, cosicché potrà continuare indisturbata a prevaricare la volontà e gli interessi della comunità.
I tavoli ministeriali del phase out del carbone iniziati insieme a istituzioni, imprenditori e parti sociali si sono persi per strada, l’Amministrazione comunale non prende alcuna iniziativa per determinare nel confronto con gli operatori economici e i livelli istituzionali le scelte necessarie alla conversione ecologica in linea con le necessità del territorio. Il Comune fa da spettatore al cambiamento, è assente in questo momento decisivo nell’iniziativa verso Governo e Regione e contemporaneamente non promuove alcun confronto/contrattazione coi gruppi energetici già presenti, Enel, Tirrenopower, e ora anche con i nuovi soggetti che stanno avviando la realizzazione del grande parco eolico offshore a 30 KM dalla costa civitavecchiese.
Così pure si è fermato o mai veramente avviato il piano di ambientalizzazione del porto, sbandierato dal presidente AdSP Musolino, il quale ritiene di non dover discutere né rendere conto a nessuno circa i progetti avviati, come Zephyro, il primo tassello verso il porto ad emissioni zero, o i progetti di elettrificazione delle banchine finanziati con 80 milioni del PNRR.
Inoltre, dopo l’insediamento della nuova amministrazione regionale del presidente Rocca, rimane una incognita la sorte del “Piano di transizione ecologica di Civitavecchia 2022-2026” , presentato nella precedente amministrazione dall’Assessora all’ambiente Lombardi, discusso e sostenuto da tutte le componenti sociali, istituzionali, produttive.
E’ ora di rilanciare la mobilitazione su questi temi e la coalizione sociale che ha saputo essere il motore del processo di cambiamento in atto. Denunciamo la miopia politica e l’immobilismo di questi amministratori che non rappresentano la volontà comune di essere protagonisti nelle scelte importanti per il nostro futuro: vogliamo decidere e contare per non rimanere ancora una volta schiacciati nel disastro ambientale e occupazionale.
Unione Popolare Civitavecchia