“Questo post non rispetta i nostri standard in materia di disinformazione che potrebbe causare violenza fisica, quindi solo tu puoi vederlo”
Questo è uno dei messaggi che appare sempre più spesso sulla bacheca di alcune persone, liberi cittadini che esprimono i loro pensieri, condividono ricerche, scoperte e sapere con la comunità. Almeno così vorrebbero. Però, l’algoritmo di Facebook sembrerebbe programmato per oscurare chiunque esprime un parere diverso dal coro, che tenti di coltivare dubbi oppure porti certezze. Solidarietà nei confronti di tutti coloro che finora sono stati bannati, calpestati nei loro diritti e per tutti noi privati del confronto, del senso critico. Fratellanza anche nei confronti di chi con gioia sta rinunciando alla propria libertà, rispettando le regole.
Con il presepe di Torino si è toccato il fondo.