di Pio De Angelis
Sarò impopolare: “Bene ha fatto Salvini a chiedere la sfiducia a “Giuseppì” Conte.”
Il voto determinante per l’elezione a commissario Europeo di Ursula von der Leyen, da parte del movimento 5 stelle è stata la prova del tradimento ai cittadini italiani e europei. Tradimento perché la stabilità europea è stata messa in discussione dalla prepotenza franco-tedesca. Utilizzando personaggi grotteschi e arroganti come il lettone Valdis Dombrovskis e il lussemburghese Junkers, quest’asse ha consumato l’Europa per anni, stritolandola nella morsa di prestiti usurari fatti con i fondi di speculatori e evasori.
Ma la situazione negli ultimi anni si è avvitata in una spirale sempre più rapida e serrata e oggi questi personaggi hanno la pretesa, non solo di guadagnare grazie a sistema finanziario orrido e machiavellico, ma di gestire e condizionare le sorti delle grandi nazioni europee tra cui la nostra Italia. Una nazione la nostra che è stata fondatrice e fondamentale per la nascita della Comunità Europea è oggi una carcassa alla mercé di avvolti.
Ho detto tante volte, e lo ribadisco, che da socialista credo nell’internazionalismo, visto come interdipendenza dei popoli e dei sistemi economici ma sempre e solo se scelto grazie all’autodeterminazione dei popoli. Ciò che distingue una comunità nazionale da un mattatoio è solo il sistema di rapporti di forza.
Per questo oggi mi sono convinto che i nostri governanti non siano pronti e maturi per questo. Se, chi ci governa, non è in grado di lasciarci decidere chi vogliamo sia al governo, come possiamo pensare che possa decidere il meglio per un popolo diverso da quello che dovrebbe proteggere e che invece sfrutta?
Mi sono convinto che la globalizzazione non sia una grande opportunità per i popoli ma solo un male: non per come è stata teorizzata, ma per l’aberrante deriva che ha subito finendo in mano a una oligarchia di interessi economici. Ci hanno tolto la natura, ferendo la terra per interesse. Ci hanno tolto l’orgoglio, schiacciando gli stati sovrani. Ci hanno tolto l’identità, cancellando le tradizioni socio economiche, l’idea di famiglia e l’identità sessuale.
Queste sono le cause della deriva spaventosa presa dalle fasce più deboli, a livello sociale e culturale, delle popolazioni europea e mondiale.
Forse sarà un caso, ma non posso non notare che le nazioni europee che sono state la culla della civiltà, della cultura, della tradizione, del diritto e della filosofia polita occidentale, Italia e Grecia, siano state le prime a essere colpite dalla guerriglia economico-finanziaria europea. Ho visto commissari europei sputare sentenze a copi di lettere (quelle del ranking) sopra nazioni che hanno migliaia di anni di tradizione culturale e politica. Vedo francesi e tedeschi che dall’alto della loro centenaria storia di democrazia, danno lezioni a chi ha alle spalle migliaia di anni di tradizione politica e democratica.
Ma questo potrei ancora accettarlo, in fondi si sa che chi è giovane e ha poca esperienza, quel poco che sa e che ha deve farlo pesare. Quello che non tollero è l’imposizione del valore del denaro al posto del valore della vita. Quello che non posso accettare è che si pretenda di sostituire il valore del lavoro con quello del profitto.
In questa Europa non penso che gli Italiani (sì maiuscolo) si possano riconoscere. Per questo credo che, se l’Europa deve essere geograficamente definita, stabile e politicamente solida, allora l’Italia deve essere ancora più geograficamente definita, stabile e politicamente solida.
Sia chiaro non sto propugnando una rivoluzione, cerco di fare capire che, se vogliamo essere rispettati in Europa e riprenderci il ruolo che ci spetta, dobbiamo innanzitutto comportarci come si confà a chi vuole un ruolo autorevole. Siamo la culla della cultura e della tradizione politica mondiale. È giunto il momento di comportarci di conseguenza, pagare lo scotto dell’avere dato la nazione in mano ai governanti sbagliati, e riprenderci il ruolo che ci spetta per insegnare a Francia, Germania, Europa e al mondo intero che con i soldi si compra quasi tutto, tranne autorevolezza, tradizione e valore.
Questo non sarà facile visto che un nuovo governo di indesiderati dal popolo, e graditi ai commissari europei, è al potere.
Tuttavia credo che se il popolo saprà fare sentire la sua voce, arrivando a eleggere un nuovo governo, allora sarà possibile davvero una rinascita che passi per l’abbattimento delle barriere burocratiche e per l’esaltazione di quella “capacità di fare e costruire” che è nostra da sempre. Sì la “nostra capacità di fare”, non quella di scambiare. Per capirci meglio tornare alla produzione in senso fisico che continuare a essere schiavi di quella in senso economico o peggio finanziario.
Insomma se Charles Darwin ha detto “Il lavoro nobilita l’uomo” e è stato lui a carpire il segreto dell’evoluzione alla natura, Perché non seguire questo consiglio e rimettere questo valore al centro della vita della nazione.