Presto nuovi abbattimenti dell’Anas: gli alberi sradicati uno a uno.
Venerdì scorso ancora un pino è crollato sulla via Aurelia. Per fortuna senza incidenti o feriti ma ora non si mette bene nemmeno per gli altri alberi posizionati lungo la statale di Ladispoli. Sì perché l’Anas sarebbe intenzionata a rimuoverne ancora dopo i 18 già abbattuti nelle scorse settimane perché ritenuti «instabili» in base alla ormai celebre perizia di un agronomo incaricato dalla stessa società.
Quella delle condizioni di salute dei grandi protagonisti del film “Il Sorpasso” continua così a restare sotto i riflettori. Proprio delle tanto amate piante si è parlato nei giorni scorsi in consiglio comunale, prima del crollo per intenderci, su iniziativa del consigliere comunale del Pd, Crescenzo Paliotta, quindi dell’opposizione politica, che di fatto aveva evidenziato nuovamente l’abbattimento degli alberi malati e danneggiati dagli incendi estivi innescati magari da piromani senza scrupoli per chissà quale mire. «Quei pini sono solo una parte, secondo me, di quelli che saranno abbattuti dalla società Anas – conferma Filippo Moretti, consigliere comunale di maggioranza e delegato alle Aree protette – perché anche altri sono sottoposti a perizia. Negli anni sono stati soggetti ad incendi che ne hanno minato la stabilità alla base. Era dunque opportuno metterli in sicurezza».
Un pino era caduto lo scorso anno rischiando di travolgere un automobilista di passaggio che si era fermato a nemmeno un metro dal tronco. Un altro era pericolante venerdì al chilometro 37,3 nel tratto di Palo Laziale ed è stato poi fatto precipitare dopo l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Cerenova, della polizia locale di Ladispoli e di Anas prima che potesse colpire qualcuno. La strada è rimasta chiusa per circa 4 ore, un grande disagio questo per i conducenti di auto e moto diretti nella Capitale e a Civitavecchia costretti a ripiegare su stradine di campagna poco illuminate e piene di voragini sull’asfalto.
I dem locali però tornano a contestare la gestione degli alberi. «Avevamo contestato fin dal primo momento la perizia tecnica – scrive il Partito democratico di Ladispoli – in base alla quale l’Anas aveva chiesto al Comune l’autorizzazione ad abbattere 18 pini. C’erano troppi errori: l’età stimata delle piante, la loro collocazione rispetto alla sede stradale. Era soprattutto incomprensibile che, probabilmente senza alcuna prova strumentale, fossero stati destinati al taglio alberi apparentemente in buona salute e fatti salvi alberi chiaramente precari».
Le critiche della minoranza non si esauriscono qui. «Avevamo fatto presente tutto questo in aula Consiliare, facendo menzione di un albero molto inclinato e di uno totalmente secco. L’Anas un mese fa ha concluso i suoi lavori lasciando una situazione di rischio e lo stesso pino è stato abbattuto dai vigili del fuoco. Per il Comune non c’era alcun pericolo, per noi e per i cittadini che transitavano ogni giorno il pericolo era invece evidente».
Polemiche a parte, è molto probabile che nel 2024 tecnici e operai torneranno dunque sull’Aurelia per sradicare gli altri “tesori” della pineta di Palo. Quanti non è dato sapere. Quando nemmeno. Nessuno avvisa mai i cittadini che all’improvviso di tanto in tanto si ritrovano in mezzo alla carreggiata gli “omini” con la casacca arancione pronti a cancellare questa parte storica della città. Ma a questo punto è lecito pensare che gran parte degli arbusti, se non tutti entro i prossimi anni, possano essere rimossi definitivamente. Come dichiarato all’Ortica nel mese di novembre Renzo Marchetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, lo stesso Comune «ha rilasciato il nulla osta per la rimozione dei pini a seguito della richiesta effettuata da Anas Spa». Richiesta basata – aveva poi aggiunto lo stesso Marchetti – sulle indagini di un agronomo che avrebbe attestato il concreto pericolo di caduta degli alberi presenti ai lati della via Aurelia. Richiesta anticipata, inoltre, anche dal parere favorevole della sovrintendenza. Con l’amministrazione pronta a verificare «la possibilità di effettuare nuove piantumazioni».
Tutti aspetti tecnici, burocratici, anche politici forse. Però fa male, ed è inconfutabile, veder perdere ad uno ad uno, in modo sofferente, tutti gli alberi a cui i ladispolani sono tanto affezionati. Almeno a Ceri, a novembre 2016, un tornado spazzò via in un solo colpo l’intera pineta monumentale. E in quel caso fu la natura il boia.