Sono 23 le pietre quelle che i ragazzi della 3A 3B e 3C dell’Istituto comprensivo Salvo D’Acquisto hanno realizzato come attività conclusiva del progetto “Impronte di storie nel cammino della nostra memoria”.
Restituire memoria, darle veste visibile, avvicinando i ragazzi alle storie di cui essa si nutre. Sulle 23 pietre gli studenti, in piccoli gruppi, hanno inciso dei nomi e delle date ispirandosi all’opera d’arte diffusa dell’artista tedesco Gunter Demning che dal 2010, in memoria delle vittime della follia nazista, colloca nel tessuto urbano delle città europee, proprio in strada, davanti ai portoni delle case da cui sono state strappate per essere deportate e dove non hanno fatto più ritorno. “Le nostre 23 pietre – sostengono i docenti – però non ricordano la tragedia collettiva degli ebrei durante la II° Guerra Mondiale, ma singole storie tragiche più recenti, di giovani, più o meno dell’età dei nostri ragazzi, che hanno perso la vita in modo violento a causa della cattiveria, della crudeltà, della squilibrio mentale, della follia, della superficialità degli altri. Le ricerche svolte dai ragazzi si sono concentrate su storie di violenza familiare, abusi sessuali, bullismo, droga, sfide estreme dal web, negazione dei diritti civili. Non poteva che mancare Marco Vannini, il ragazzo cerveterano ucciso a 20 anni nel 2015. Una storia nota a tutti. La presentazione avverrà il prossimo 29 aprile. Un progetto curato dalla professoressa Cecilia Rovessi, col supporto del collega: il vicepreside Gianluca Vannutelli. «Quando abbiamo proposto questo progetto ai ragazzi – sostiene la prof Revessi – lo hanno accolto con molta serietà ed attitudine. Hanno ricercato e scoperto storie drammatiche, alcune molto forti emotivamente. Non sapevo se fosse o meno il caso di proseguire ma poi ho continuato perché mi sono convinta sempre più che il mio obiettivo finale fosse giusto, ossia rendere i giovani consapevoli di questi brutti episodi che li circondano, accompagnandoli ovviamente alla scoperta di essi per salvaguardarli, educandoli».