A 40 ANNI DALL’ASSASSINIO DELL’ALLORA PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA, CONSIDERATO L’EREDE MORALE DI ALDO MORO, AURELIO GRIMALDI GLI DEDICA UN FILM FINANZIATO SICILIA FILM COMMISSIONE DISTRIBUITO DA CINE1 ITALIA. SAREBBE ARRIVATO IN SALA IL 19 MARZO.
di Barbara Civinini
Sì, forse è vero, si può uccidere l’anima, mirando al cuore, ed è quello che successe quel terribile 6 gennaio 1980, a Palermo. Il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella si sta recando a messa con la sua famiglia. Un giovane si avvicina al finestrino della sua 132 e lo trivella di colpi, a sangue freddo, con una calibro 38. Siamo nel centro del capoluogo, dove l’anno prima era stato assassinato il capo della Mobile Boris Giuliano.
Piersanti è un uomo perbene, innamorato della sua terra. Il padre Bernardo, classe 1905 – uno dei padri fondatori della DC e ministro della neonata Repubblica – gli ha trasmesso la passione per l’impegno civile. I suo riferimenti culturali, oltre all’Azione cattolica in cui milita, sono il pensiero di Sturzo, De Gasperi e Moro. Ben presto Mattarella comprende che per liberare la sua Sicilia dall’oppressione della mafia deve dedicarsi alla politica. Mentre Vito Ciancimino fa le prime mosse per conquistare il potere in Comune, con l’accordo di Salvo Lima, l’influenza di Cosa nostra cresce e la sua bella Palermo è sempre più sfregiata dalla cementificazione selvaggia che distrugge le residenze storiche più antiche. Così s’iscrive alla Scudo crociato e in poco tempo da assessore diventa presidente della Regione. Piersanti si batte con coraggio, per la sua Sicilia vuole le “carte in regola”.
Tutto questo è raccontato da Aurelio Grimaldi nel suo film finanziato da Sicilia Film Commission. Una pellicola militante e d’impegno politico, come l’ha definita stesso regista, fatta alla vecchia maniera, ispirandosi a quelle di denuncia firmate da Francesco Rosi. Il giovane Sostituto Procuratore di turno, quel giorno dell’Epifania, sarà Pietro Grasso, futuro Procuratore Antimafia e Presidente del Senato. Le indagini saranno proseguite dal Giudice Istruttore Giovanni Falcone, che scoverà pericolose relazioni tra mafia, politica, neofascisti e Servizi Segreti.
Il delitto Mattarella cerca di ricostruire il clima politico che ha preceduto l’omicidio: protetto a Roma dal Segretario della DC e dal Presidente della Repubblica Pertini, Mattarella è totalmente avversato dai capicorrente del suo partito. Non disturbava solo gli equilibri in essere nella DC ma entrava a gamba tesa sugli affari e gli accordi tra politica e il malaffare. Per liberarsene Cosa nostra, secondo Falcone, si allea con l’estrema destra romana neofascista in cambio dell’evasione dal carcere Ucciardone del leader Concutelli.
Per fare il film il padre di Mery per sempre, ha voluto un cast di soli conterranei, tra cui spiccano Donatella Finocchiaro, che interpreta il ruolo della moglie del presidente, Tony Sperandeo che presta il volto a Ciancimino e Tuccio Musumeci nei panni di Lima. Piersanti è interpretato da un asciutto David Coco, noto al grande pubblico soprattutto per i film tv come L’ultimo dei Corleonesi e In nome del figlio. Il film, però – afferma il regista – è anche la storia di una famiglia, di esseri umani, di valori e ideali perseguiti con sincero spirito di servizio e afflato solidale. Il lungo processo non è riuscito a dare un volto al killer. Nel 2018 le indagini sono state riaperte. La pellicola vi aspetta dopo il corona virus.