Piano sociale di zona di Cerveteri e Ladispoli

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rete sociale

La lettera inviata ai sindaci di Ladispoli e Cerveteri dalle associazioni che compongono la “rete sociale”.

La “Rete Sociale” costituita da 19 realtà del nostro territorio ha partecipato attivamente ai tavoli di lavoro organizzati dall’Ufficio di Piano (presenti anche i rispettivi assessori alle politiche sociali dei due comuni), incontri tenuti su temi importanti che riguardano il benessere di quella fascia di popolazione che ha bisogno di maggiori attenzioni da parte dei servizi sociali e sanitari e soprattutto risposte ai propri bisogni.

Si tratta di bambini e ragazzi, disabili, anziani non autosufficienti, famiglie fragili, donne a rischio della violenza di genere, persone affette da dipendenze o con disagi mentali, i cui bisogni, con il Covid 19 si sono allargati ed aggravati.

Con le organizzazioni sindacali sono stati organizzati altri tavoli di lavoro per la concertazione del piano.

Anche se i tavoli di lavoro erano richiesti espressamente dalla Regione, così come la concertazione sindacale, il numero degli incontri svolti ed i chiarimenti offerti, ha testimoniato la volontà dell’Ufficio di piano (soprattutto nelle persone della Responsabile e della Programmatrice) di aderire alle disposizioni regionali anche per quanto riguarda la partecipazione dei servizi territoriali della ASL che sono stati coinvolti attivamente, anche su richiesta delle organizzazioni sindacali, nella seconda tornata dei tavoli di lavoro.

Quale la nostra valutazione di merito?

Pur consapevoli dell’enorme mole di lavoro che i due funzionari hanno dovuto effettuare, ci aspettavamo, soprattutto dalla parte politica, un maggiore coraggio nell’affrontare le future scelte di programmazione, in particolare nei tavoli di lavoro erano state fatte le seguenti osservazioni e proposte:

  • Per il Centro Vannini (prevenzione abusi ai minori), di cui purtroppo a dicembre si erano persi 100.000 euro, sarebbe stato possibile garantirne la continuità, con un investimento che ne consentisse il proseguimento almeno fino a dicembre, con successivi accordi con il resto dei Comuni coinvolti, in attesa di una verifica con la Regione della possibilità di un nuovo finanziamento.

  • Per lo sportello antiviolenza dei 10.000,00 euro che l’Associazione “Donne in movimento” che sta seguendo il problema, aveva richiesto sia al Distretto che alla Asl, ne sono stati incrementati solo 4.000,00, del tutto insufficienti per avvicinarci alla costituzione dell’indispensabile Centro antiviolenza.

  • Per l’area misure di contrasto alla povertà ed inclusione sociale, è indispensabile l’allineamento dei due comuni nel riconoscimento della “residenza fittizia” che a Ladispoli trova incomprensibili difficoltà di applicazione.

In sostanza in questa fase si è preferito distribuire le risorse sulla base della spesa storica, anche se il quadro dei bisogni si è sensibilmente modificato. Noi riteniamo che ciò sia dovuto alla cronica debolezza dell’Ufficio di Piano.

Infatti se, alla luce delle indicazioni regionali, speriamo sia possibile apportare ulteriori modifiche al Psdz, le nostre preoccupazioni maggiori che ci fanno ritenere che la strada sia tutta in salita riguardano proprio l’entità e la composizione dell’Ufficio di Piano.

Qui il Piano, su richiesta della Regione, avrebbe dovuto indicare con esattezza la composizione minima. Ma su 7 componenti, uno riguarda il dirigente del Comune di Cerveteri la cui presenza (quantificata al 30% del suo orario di lavoro!!!), alla luce del cambio del Comune Capofila, non ha alcun senso e che in più occasioni, negli incontri promossi dalla rete, ha manifestato pubblicamente le sue difficoltà a seguire con la dovuta attenzione le politiche sociali, ma tre componenti sono ancora da individuare e manca infine totalmente la Responsabile del Servizio Sociale professionale, figura non obbligatoria ma indispensabile raccordo con tutti i servizi, una componente tecnica che equilibra nell’Ufficio di Piano sia la componente sociale che quella tecnico-amministrativa e che soprattutto nel futuro dovrà sostenere, insieme alla Responsabile dell’Ufficio di Piano tutto il processo di unificazione dei servizi dei due comuni, processo su cui la Regione è stata perentoria: non sono più consentite duplicazioni.

Ma se la Regione ha richiesto l’individuazione almeno della composizione minima per tutti i distretti indistintamente, bisogna osservare che ogni Distretto nello specifico deve individuare il suo numero di unità operative, quello di cui ha bisogno per realizzare gli obiettivi del Piano sociale di zona.

In considerazione della spesa annua complessiva prevista e quantificata in oltre 7.000.000,00 di euro e in considerazione del rilevante numero delle persone e delle famiglie coinvolte, i tecnici e gli amministrativi previsti sono a tal punto insufficienti che la nostra preoccupazione è sempre la stessa: sarà possibile utilizzare tutte le risorse o come già ripetutamente osservato, si rischia nuovamente di perderne una parte consistente? Chi provvederà a predisporre i numerosi piani di assistenza individuali, di concerto con la Asl, chi provvederà a curare e redigere i numerosi procedimenti amministrativi necessari (per es. disabilità gravissima), come e quando utilizzare “le risorse libere”, che già si trovano nelle casse del Comune capofila o tutto sarà avviato come in passato con notevoli ritardi?

La nostra preoccupazione sale ulteriormente alla luce di ciò che sta accadendo proprio in questi giorni, in cui, per servizi e ore di assistenza (finanziamenti regionali) regolarmente erogati dal 1 gennaio non sono state ancora effettuate le relative liquidazioni, mettendo a forte rischio il lavoro degli oltre 200 operatori che lavorano nel settore e l’assistenza a centinaia di persone in difficoltà.

Infine La Regione ha raccomandato la costituzione in ogni distretto del Consorzio, proprio per superare almeno una parte di queste difficoltà gestionali. Ci saremmo aspettati nella Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 12 del 24.05.2021, con la quale è stato approvato il Psdz, un impegno in tal senso dei due comuni ma non c’è, mentre purtroppo si prende atto che il Comune di Cerveteri “provvederà a comunicare alle competenti autorità di gestione per i progetti denominati “Prima il lavoro”, Ipocad e FAMI, per i quali risultano decorse le tempistiche di attuazione, la rinuncia al relativo finanziamento”. In un recente convegno pubblico sono intervenuti i presidenti di due consorzi regionali che hanno dichiarato di non perdere un euro dei fondi ricevuti!

La strada è fortemente in salita ma aspettiamo buone notizie, cominciando dalla liquidazione delle prestazioni dovute e soprattutto intendiamo seguire con attenzione quanto accadrà nei prossimi mesi, manifestando sempre la volontà di collaborare come accaduto per la predisposizione del piano, avendo a cuore i bisogni delle persone.

Firmatari:

Associazioni: Animo, Libera/Presidio Cerveteri-Ladispoli, Humanitas, Centro Solidarietà Cerveteri, Auser Cerveteri, Piccolo Fiore onlus, Nuove Frontiere onlus, Volontari Ospedalieri/Ladispoli e Volontari Ospedalieri Cerveteri, Euterpe APS, Associazioni “maraa” e “donne in movimento”.

Coop.ve sociali: Cassiaavass, Solidarietà, La Goletta, Luogo Comune.

Organizzazioni Sindacali pensionati CGIL UIL