Persone scomparse in Italia

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Penelope Italia Onlus sostiene le famiglie e gli amici delle persone scomparse.

Sono 61.826 le persone scomparse ancora da ritrovare in Italia. La maggior parte di loro, 45.028, sono minorenni, 1.627 hanno più di 65 anni. Lo rende noto il Viminale, nella ventitreesima Relazione del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, relativa al primo semestre 2020. “Anche se il lavoro delle forze dell’ordine è sempre più efficace: dal primo gennaio 2020 a fine giugno, su quasi 5mila (4.833) denunce di scomparsa sono la metà (3.052) le persone ritrovate.

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Mauro Valentini

In occasione della giornata del 12 dicembre dedicata alla sensibilizzazione del fenomeno ricordiamo la presenza nel Paese di Penelope Italia Onlus, un’associazione nata dall’esigenza di dare sostegno a coloro che si trovano a vivere la scomparsa di una persona cara. Ne parliamo con il giornalista e scrittore Mauro Valentini, un’attivista che per la ricorrenza ci racconta l’opera svolta dell’associazione e quale contributo ogni cittadino può dare alla causa.

A chi è venuto in mente di istituire Penelope Italia Onlus?
Il colpo di genio è venuto a Gildo Claps, il fratello di Elisa Claps. La ragazza scomparsa a Potenza, uccisa, e ritrovata dopo 18 anni nel sottotetto della chiesa dove Elisa andò una domenica per non tornare più. Lui si rese conto che non c’era una legge, un organismo a cui chiedere aiuto. Gildo costituì Penelope, diventata poi Penelope Italia radicata in tutto il territorio. Questo nome è meraviglioso, in effetti è proprio quello che fanno i familiari, attendono il loro Ulisse per tutta la vita, fiduciosi di poterlo vedere vivo ma con l’angoscia di saperlo morto.

Qual’è lo scopo della Onlus?
Associazione molto forte nell’ambito dei sostegni alle famiglie delle persone scomparse, siamo organizzati in regioni, la cura del territorio è fondamentale. Ognuno ha i suoi volontari che si occupano della logistica,dell’aspetto psicologico e legale per quello che riguarda le famiglie, e fa da tramite con le istituzioni. Grazie alla lotta di Penelope 10 anni fa, esiste l’alto commissario per le persone scomparse, un prefetto che si occupa solo di loro al Ministero dell’Interno.

Il 12 dicembre è la giornata dedicata al fenomeno, con quale finalità?
La Giornata Nazionale delle Persone Scomparse è stata istituita dalla precedente commissaria, la dottoressa Perrotta, che ha voluto istituire questo giorno come segno di risveglio da parte delle istituzioni, delle associazioni, ma sopratutto dei cittadini perché il fenomeno delle persone scomparse, è enorme e difficilmente omologabile. Un’emergenza sociale diluita in tutte le altre emergenze, invece è un fenomeno che necessita di un suo spazio in quanto molte delle scomparse se affrontate con veemenza e immediatezza si riducono a semplici ritorni senza tragedie. Poi, comprendere aiuta ad evitarne delle altre.

Cosa bisogna fare quando scompare una persona? É importante la tempistica, la Legge 2012 approvata dal Parlamento proprio grazie all’azione di Penelope Italia, fa si che le denunce possano essere prese nell’immediatezza della scomparsa e non come barbaramente era prima, dopo le 48 ore. Perché quelle 48 ore sono le più importanti per ritrovare un giovane che ha deciso di allontanarsi da casa o un anziano che ha perso i suoi ricordi. Oppure sono necessarie per bloccare possibili azioni delittuose nei confronti di qualcuno che magari non è scomparso volontariamente, per errore o per incidente, è scomparso perché qualcuno lo ha fatto sparire.

Dunque cosa si deve fare? Chiamare subito il numero 112. Successivamente alla denuncia, le associazioni come noi, a disposizione su tutto il territorio italiano. Chiedere aiuto. Molti dei nostri volontari sono familiari di persone scomparse e comprendono che lo sgomento e lo smarrimento dei primi giorni paralizza mentre invece c’è bisogno di azione immediata. Noi, come altre associazioni, supportiamo in questo senso.

Da quanto tempo fai parte di Penelope Lazio?
Da due anni sono consigliere e addetto all’ufficio stampa, mi interesso da quando ho seguito e scritto la storia di Mirella Gregori, una delle scomparse conosciute in Italia. Vedi, tra i volontari ci sono persone tristemente note in Italia per i cari persi: la famiglia Orlandi, Gregori, Claps. Scomparse elevate alla cronica negli ultimi anni. Mi sono appassionato toccando una sofferenza che è più alta di quella di una morte. Non sapere cosa è successo ad un tuo caro, vederlo svanire nel nulla da un giorno all’altro è devastante. «É un evento innaturale! La nascita e la morte sono degli eventi naturali, che noi antropologicamente abbiamo chiari, ma entrare in un mondo del non esistere e lasciare le famiglie per mesi, anni, decenni nella speranza di un ritorno, è terribile».

Quali azioni sta portando avanti Penelope Lazio?
Una delle richieste avanzate dall’associazione è quella di fare una banca dati dentro le camere mortuali, è importante perché migliaia di cadaveri sono negli ospedali senza un nome quando basterebbe una piccola banca dati del DNA per fare chiarezza. Un esempio, una volontaria di Penelope Toscana: il papà era sparito, era evidente che fosse caduto nel fiume ma nessuno lo ha cercato li, la famiglia ha fatto la trottola per 5 anni per poi scoprire che il papà era all’obitorio di Pisa senza un nome. Sarebbe bastata un’organizzazione più efficiente per risparmiare anni di dolorosa ricerca. Nell’83 solo a Roma erano scomparse 140 minorenni, di queste 40 non sono più state trovate, come la Orlandi. Ma il fenomeno non è solo quello che arriva in TV, è una goccia nell’oceano di tanti che non hanno voce e mezzi per ritrovarle.

Parliamo di una lacuna nel coordinamento tra i vari organi preposti?
Esatto, la sinergia è fondamentale come la tempestività dell’intervento, che adesso è regolata dalla legge grazie a Penelope. Può prevenire delle tragedie sopratutto negli anziani che soffrono di Alzheimer, in preda a vuoti di memoria improvvisi vagano per la città senza meta. Se non si attivano le ricerche subito, magari in quelle prime ore può morire addormentato su una panchina nel parco. Attivare velocemente una rete coordinata di ricerche è tutto, anche per gli adolescenti. A volte nel disagio si allontanano da casa, vagano nelle stazioni, preda di personaggi cattivi. Noi offriamo anche assistenza psicologica dopo il ritrovamento per scongiurare che riaccadano episodi di allontanamento.

Dopo quanti anni si smette di cercare la persona scomparsa?
Le istituzioni dovrebbero cercare perennemente, poi accade che per motivi burocratici si può richiedere la morte presunta della persona scomparsa, necessaria a volte per problematiche legate all’eredità, per la semplice vendita di un immobile. Dopo vent’anni nascono necessità simili per le quali offriamo assistenza legale.

La presunta dichiarazione di morte, ferma le ricerche?
No, anche se quando ci sono procedimenti abbandonati (dove c’è sicuramente un reato di rapimento archiviato dal tribunale) ma anche dove non c’è ipotesi di reato ma è evidente  la morte dello scomparso, in questi casi, nessuno lo cerca più. Si può continuare da soli a ricercare oppure abbandonare, ed è terribile in quanto una famiglia che non ha notizie continuerà a cercarlo vivo. In questo caso l’esperienza che Penelope mette in campo è strategica, con la denuncia in mano le associazioni sono autorizzate a contribuire nelle ricerche con le Forze dell’Ordine.

Quando lo Stato si arrende e ferma le ricerche, le famiglie sprovviste di mezzi per continuare da sole, come fanno?
Qui intervengono le associazioni, Penelope gratuitamente tramite avvocati e volontari ricerca con loro e può con dati alla mano anche chiedere la riapertura del caso, pretendere dagli organi preposti ulteriori indagini mirate.

Come si sostiene l’associazione?
Cercando volontari e iscritti. Iscriversi costa 20 euro l’anno ed è un sostegno per  volantini o manifesti nel caso di scomparse oppure con il quale pagare un drone per le ricerche sul territorio. Avere l’esperienza di persone che conoscono bene un territorio e prestano il loro aiuto come volontari nelle ricerche nel caso si perde qualcuno è fondamentale. La velocità e l’intuizione di una guida locale in grado di indicare sentieri poco conosciuti, pericoli e caratteristiche di una zona.
Info sul sito penelopelazio.com

di Barbara Pignataro