Ci sono articoli che vanno scritti.
Sia perchè è compito di un giornale porre domande, sia perchè quando alcune decisioni appaiono incomprensibili, è doveroso dare voce al sentimento popolare. Sappiamo di sfiorare la lesa maestà, ma pazienza, forse riusciremo ad ottenere qualche spiegazione. Una spiegazione che vorrebbero tutti i parrocchiani della chiesa del Sacro Cuore di Gesù, al quartiere Campo sportivo di Ladispoli, trasecolati dopo aver appreso che il loro sacerdote dopo 20 anni sarà trasferito ad altra sede religiosa tra meno di quattro settimane. La notizia merita attenzione perchè in queste ore i fedeli, e non solo del quartiere Campo sportivo, si stanno interrogando sui criteri adottati dalla Curia nell’allontanare da Ladispoli uno dei sacerdoti che più si è prodigato negli ultimi venti anni per ricreare quel senso di comunità con i cittadini. All’interno del giornale potrete leggere l’intervista di commiato di don Giuseppe Colaci, da parte nostra non vogliamo mescolare il sacro col profano, però alcune domande al Vescovo della Diocesi di Porto e Santa Rufina sentiamo l’esigenza di doverle rivolgere. Eccellenza, ma se squadra che vince non si cambia, perchè trasferire così all’improvviso un parroco amato dai fedeli, peraltro in una zona molto difficile come quella dei quartieri Cerreto e Campo sportivo?
Perchè rischiare il salto nel buio, rimuovendo un prete operativo e concreto, in un momento non proprio propizio a livello generale per l’immagine della chiesa?
Perchè deludere le migiaia di fedeli che vedono nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù un punto di riferimento da oltre un ventennio?
Perchè rischiare impopolarità, proteste e barricate con una scelta che appare inspiegabile?
Probabilmente sono domande che non avranno mai risposta, ma sono quesiti che da giorni martellano la testa dei cittadini di Ladispoli. Compresi quelli che, pur non essendo assidui frequentatori della chiesa, si pongono la stessa domanda. Perchè volete togliere don Giuseppe Colaci alla sua Ladispoli?
Il Direttore
Gianni Palmieri